Oltre 300 uomini armati avrebbero preso il controllo di Zinjibar, il capoluogo della provincia di Abyan, nel sud ovest dello Yemen. Secondo l’agenzia AFP l’assalto è iniziato venerdì scorso e si è concluso stamattina, dopo quasi due giorni di scontri che hanno causato la morte di 16 persone. Altre fonti però non riportano alcuna violenza, rafforzando i sospetti dell’opposizione che il presidente Ali Abdullah Saleh abbia rinunciato a difendere la città per alimentare la paura di un golpe militare o di un’avanzata di al-Qaida nel paese, e rinsaldare in questo modo il suo potere.
Al momento la situazione a Zinjibar non è chiara; la stampa internazionale non può verificare le notizie e può basarsi solo sui racconti degli abitanti e sulle dichiarazioni del governo e dei suoi oppositori. Gli uomini che ora controllano la città potrebbero essere combattenti di al-Qaida, combattenti separatisti, e persino dei soldati fedeli al generale Ali Moshen, che ha abbandonato Saleh e si è unito da mesi ai manifestanti.
Da gennaio migliaia di manifestanti protestano per chiedere le dimissioni del presidente e un allargamento dei diritti civili nel paese. Le proteste sono diventate sempre più violente e soltanto nell’ultima settimana sono morte almeno 124 persone negli scontri tra sostenitori del presidente Saleh e i suoi oppositori.
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