Da allora, quando di domenica nello stato di Samoa è l’alba, nella vicina isola di Tonga a occidente è già l’alba di lunedì e poche ore dopo iniziano le prime ore di luce del lunedì anche in Nuova Zelanda, Australia e parte della Cina. Negli ultimi anni Samoa ha intensificato i contatti e i contratti commerciali con l’area dell’Asia e del Pacifico occidentale, trascurando quelli con l’Occidente, e per questo motivo vuole spingersi avanti di un giorno per non perdere giornate lavorative importanti con i propri partner commerciali.
«Nel fare affari con la Nuova Zelanda e l’Australia perdiamo due giorni lavorativi ogni settimana. Quando qui è venerdì, in Nuova Zelanda è sabato e quando noi siamo a messa la domenica, loro stanno già facendo affari a Sydney e Brisbane» spiega al Guardian il primo ministro dell’isola, Tuilaepa Sailele Malielegaoi.
Il passaggio per Samoa non sarà indolore, dicono gli analisti. Per attirare il turismo, l’isola ha sempre puntato molto sul fatto di essere l’ultimo posto sulla Terra a vedere il tramonto. Molti samoani non sono d’accordo con l’iniziativa del governo e temono che il passaggio possa portare confusione e pochi benefici. Nonostante le critiche, Tuilaepa sembra essere particolarmente determinato e progetta di cambiare la data in concomitanza con la fine dell’anno: i samoani festeggeranno il nuovo anno con un giorno di anticipo e non ci sarà sostanzialmente un 31 dicembre.
Samoa adotta l’attuale fuso orario dal 1892, ma non è vincolata a mantenerlo perché non ci sono particolari leggi internazionali sulla gestione dei fusi orari. In Australia e in Nuova Zelanda vive un numero di samoani che si avvicina molto ai 180mila abitanti dello stato insulare. Un paio di anni fa, il primo ministro decise di invertire il senso di marcia sulle strade, passando da quello a destra a quello a sinistra e uniformandosi così al modo di guidare adottato in Australia e Nuova Zelanda. Questa scelta ha semplificato lo scambio di auto usate tra i paesi e non ha causato particolari problemi alla viabilità, come avevano temuto i detrattori del primo ministro.