Prima di essere rimosso dall’incarico, Morris ha pubblicato una lettera aperta dove ha spiegato le ragioni del suo allontanamento. In una comunicazione pastorale del 2006 [pdf], il vescovo scrisse in un passaggio che la Chiesa si sarebbe dovuta interrogare sulla possibilità di concedere alle donne e agli uomini sposati di diventare sacerdoti. In seguito alle polemiche suscitate dalla sua lettera, il Vaticano inviò alcuni ispettori e avviò una serie di indagini che hanno interessato la Congregazione per i vescovi, la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e la Congregazione per la dottrina della fede, con un particolare interessamento di Benedetto XVI.
Morris è rimasto alla guida della diocesi australiana per 18 anni e non ha mai avuto altri particolari momenti di attrito con le autorità vaticane. Nel maggio del 2009, il vescovo ottenne un’udienza con Benedetto XVI, che però apparve molto determinato nella sua decisione di rimuoverlo dall’incarico presso la curia di Toowoomba.
Sulla base delle informazioni raccolte, il papa ha infine deciso di rimuovere Morris e di trovare una nuova guida per la diocesi. Il vescovo spiega di essersi rifiutato di dimettersi, ma ha confermato che in seguito alla decisione del Vaticano chiederà un pensionamento anticipato.
Al posto di Morris alla guida della diocesi dovrebbe arrivare il reverendo Brian Finnigan, fino a ora vescovo ausiliare di Brisbane. I cittadini di Toowoomba hanno organizzato una veglia con una fiaccolata che ha percorso le strade principali della città. Le manifestazioni di affetto e solidarietà dei fedeli potranno poco contro la scelta del Vaticano, che ha ormai deciso di aprire un nuovo ciclo.