Perché il Sole 24 Ore oggi non esce

L'azienda chiede tagli, i giornalisti scioperano e indicono un referendum sul direttore

In un’escalation della già tesa situazione interna al giornale, i giornalisti del Sole 24 Ore hanno indetto ieri uno sciopero per cui il quotidiano oggi non è in edicola. Non solo: l’assemblea dei giornalisti ha anche convocato per venerdì un referendum sul direttore Gianni Riotta. La nuova accelerazione dello scontro interno è stata avviata dalla comunicazione dell’azienda al Comitato di Redazione, ieri, della necessità di tagliare sette milioni di euro di spesa (una cifra peraltro identica a quella che l’azienda sosteneva si sarebbe risparmiata con l’accantonato progetto del tabloid). La proposta dell’azienda è stata di intervenire con pesanti tagli sui costi dei giornalisti, senza operare alcun licenziamento, oppure di dover affrontare 70 “esuberi” (alternativa successivamente smentita in un comunicato).

Il CdR ha portato oggi la questione in assemblea, e l’assemblea ha reagito con molta irritazione votando quasi all’unanimità lo sciopero di oggi (89 contro 2) e un pacchetto di cinque giorni di sciopero complessivi. Alcuni giornalisti hanno poi proposto un referendum sul direttore Gianni Riotta – che aveva visto il CdR stamattina – le cui scelte editoriali sono criticate da una parte della redazione, e l’assemblea ha approvato la proposta ma con un più rilevante numero di contrari (tra cui anche quello di un membro del CdR): 101 contro 16 e 5 astenuti. Il referendum – che è una consultazione che non implica nessuna conseguenza formale – si terrà giovedì e venerdì. Intanto, oggi, il Sole non esce. Questo il comunicato dell’assemblea:

L’assemblea dei giornalisti del Sole 24 Ore considera irricevibile l’ipotesi prospettata dall’azienda di riduzione dell’organico del quotidiano di 70 giornalisti, in quanto contraddice quanto affermato dall’amministratore delegato in conferenza stampa solo pochi giorni fa nella presentazione del piano industriale ed è in palese violazione con gli accordi sullo stato di crisi, siglati al ministero del Lavoro. Accordi finora onorati solo dalla redazione e non dall’azienda né dal direttore.
L’assemblea pertanto mette formalmente in mora l’azienda e la direzione perché provvedano al puntuale rispetto degli impegni sottoscritti. L’assemblea proclama un giorno di sciopero e, nel confermare piena fiducia al Comitato di redazione, gli affida un pacchetto di ulteriori cinque giorni di sciopero, riservandosi ogni ulteriore iniziativa, anche legale, per fare rispettare gli impegni assunti. Ritiene inoltre indispensabile dare comunicazione ufficiale all’esterno sulla grave situazione del Sole 24 Ore.

E questa la risposta dell’azienda.

In relazione allo sciopero annunciato oggi a seguito dell’assemblea dei giornalisti del Sole 24 Ore e un pacchetto di ulteriori cinque giorni di sospensione dal lavoro, il Gruppo 24 ORE precisa quanto segue:

1.L’azienda ha confermato nell’incontro con il CDR del primo di febbraio i contenuti del piano triennale del Gruppo 24 ORE, comprensivo di 50 milioni di euro di investimenti nel triennio, incentrato sull’obiettivo di riportare entro il 2013 la situazione economica ai livelli ante crisi; ha ribadito la volontà di agire sul rinnovamento del Quotidiano affidando al Direttore la realizzazione di nuovi prodotti e un piano di ulteriore rafforzamento dei contenuti in chiave digitale.

2. Al tempo stesso è stata ribadita la necessità di mettere in atto fin da subito un deciso piano di interventi volti ad abbassare i costi di struttura e di funzionamento per garantire la sostenibilità economica del Gruppo nel medio periodo.

3. Nell’ottica di una forte azione di contenimento dei costi che punta nel contempo alla salvaguardia dei livelli occupazionali, l’azienda ha proposto l’apertura di un tavolo per la messa a punto, attraverso il confronto con le Organizzazioni sindacali dei giornalisti, di un “Patto per l’occupazione”, speculare e parallelo al piano triennale aziendale.

4.Tale Piano, che è totalmente rispettoso degli accordi che hanno portato alla dichiarazione dello stato di crisi del marzo 2010 e che si fonda sul rispetto di tutte le norme previste dal contratto nazionale di lavoro, ha l’obiettivo di evitare gli strumenti di gestione traumatica tipiche delle fasi di ristrutturazione aziendale. Più in dettaglio, la proposta formulata dall’Azienda prevede un deciso contenimento dei costi indotti da alcuni accordi aziendali, stipulati nel passato, e la sospensione di alcuni benefit di particolare onerosità. Alla luce di quanto sopra, risulta evidente quanto sia distante dalla realtà rappresentata e quanto inutilmente dannoso per il giornale l’atteggiamento assunto dall’assemblea dei giornalisti: non c’è infatti nessuna riduzione dell’organico di 70 unità.

5.L’azienda, sempre durante l’incontro con il CDR, ha ribadito la disponibilità ad un percorso di approfondimento e valutazione della proposta con l’obiettivo di individuare ulteriori modalità di intervento. L’azienda inoltre si è detta disponibile da subito alla introduzione di un meccanismo di recupero economico per i giornalisti legato al raggiungimento degli obiettivi del piano industriale che possa significativamente compensare gli effetti dell’intervento sul costo del lavoro.

6.L’Azienda ha auspicato e auspica ancora l’avvio di un percorso condiviso e costruttivo che tenga in considerazione il contesto di forte criticità del settore editoriale e la necessità di introdurre un modello di relazioni sindacali innovativo che accompagni il forte rilancio previsto dal piano industriale triennale approvato all’unanimità dal Consiglio di amministrazione.

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