La sintesi del monologo di Roberto Saviano sul problema dei rifiuti in Campania, in particolare sui rifiuti tossici inviati dal nord e smaltiti abusivamente al sud dalla camorra.
Il monte più alto d’Europa è il Monte Bianco: 4810 metri. Il più alto del mondo è l’Everest, con i suoi 8848 metri. Ma se noi immaginassimo una montagna fatta con i rifiuti illegali supererebbe la somma dei due: qualcuno ha calcolato che avrebbe una base di tre ettari e sarebbe alta più di 15mila metri. Quest’immensa mole è una preziosa fonte di reddito per la criminalità organizzata.
Questo spiega perché in Campania la storia dell’immondizia lasciata a marcire per strada è, purtroppo, una storia infinita. Gli ispettori europei sono arrivati a Napoli e ci hanno detto quello che i napoletani sapevano già: e cioè che nulla è cambiato rispetto a due anni fa. In realtà è peggio. L’emergenza dura dal 1994. È moltissimo tempo. Vuol dire che un ragazzo che oggi ha 16 anni è cresciuto con l’idea che i sacchetti di plastica abbandonati sui marciapiedi sono la normalità, come lo è il caldo d’estate e il freddo d’inverno. I cassonetti regolarmente svuotati, invece, sono un’eccezione.
In questa terra la raccolta differenziata è un sogno. Tranne che in piccole isole felici, non viene fatta mai. Quella non differenziata dovrebbe essere – per legge – al massimo il 35%. Qui arriviamo all’84%. E pensare che erano stati per primi i Borbone a lanciare la diversificazione dei rifiuti. Sembra incredibile, ma così recita un editto di Ferdinando II: “Gli abitanti devono tenere pulita la strada davanti alla casa usando l’avvertenza di
ammonticchiarsi le immondezze al lato delle rispettive abitazioni e di separarne tutt’i frantumi di cristallo o di vetro che si troveranno riponendoli in un cumulo a parte”.
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