«Quella foto fu uno sbaglio»

George W. Bush riconosce che mostrarsi mentre guardava la catastrofe di Katrina dall'Air Force One non fu una buona idea

La prossima settimana il libro Decision Points, l’autobiografia dell’ex presidente George W. Bush, sarà sugli scaffali delle librerie di mezza America. Per alimentare l’attesa, negli ultimi giorni sono circolate numerose anticipazioni sul libro, utilizzando un modello di marketing che conosciamo bene perché ricorda da vicino quello utilizzato da Bruno Vespa per promuovere i suoi libri ogni anno con anticipazioni e indiscrezioni diffuse ad hoc alle agenzie di stampa. Dopo il waterboarding, per la promozione del libro di Bush e altri aneddoti a scadenze fisse, è oggi tempo di Katrina.

Nel corso di una intervista concessa alla NBC, che andrà in onda la prossima settimana, Bush ha ammesso di aver sbagliato quando accettò di farsi scattare una fotografia mentre osservava da un finestrino dell’Air Force One in volo i disastri causati dall’uragano Katrina su New Orleans nel 2005. La foto trasmise agli americani un’impressione di distanza tra i guai a terra e il presidente, e rafforzò le accuse di inefficienza nei soccorsi.

«È stata solo colpa mia. Voglio dire, ero quello che avrebbe potuto dire: A) Non scattare la foto, B) Atterriamo a Baton Rouge in Louisiana, C) Non avviciniamoci nemmeno alla zona. Il posto in cui mi sarei dovuto far vedere era Washington in un centro di comando. È stata colpa mia.»

Bush e la sua amministrazione furono molto criticate per la gestione approssimativa e insufficiente dell’emergenza causata dall’uragano. Gli aiuti arrivarono in ritardo e migliaia di persone rimasero per giorni isolate o abbandonate a loro stesse in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Al presidente di allora fu anche contestata la scarsa presenza sul territorio.

«Vedendola in retrospettiva, comunque, sarei dovuto atterrare a Baton Rouge, avrei dovuto incontrare il governatore e mi sarei dovuto far vedere per dire: “Sono qua. Avete la nostra comprensione. Aiuteremo lo Stato e le amministrazioni locali con tutte le risorse che saranno necessarie.” Poi sarei dovuto tornare sull’aereo e sarei dovuto andare a Washington. Non l’ho fatto. E ho pagato un prezzo per questo.»

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