Il New York Times scrive che ultimamente le forze dell’ordine e gli ufficiali del controterrorismo si sono lamentati delle difficoltà incontrate nel sorvegliare le conversazioni svolte tramite determinate aziende di telecomunicazioni, e stanno ora cercando di spingere per rafforzare e ampliare la legge federale del 1994 che regolamenta i rapporti tra i servizi di comunicazione e le forze dell’ordine.
Gli ufficiali dicono di avere bisogno di una legge più ferrea, perché negli ultimi anni diverse aziende hanno creato nuovi servizi e modificato i vecchi con tecnologie che complicano e ostacolano il lavoro di intercettazione. L’idea è quella di aumentare le sanzioni per le società non collaborative, spingendole a modificare i propri servizi e le tecnologie usate in modo da semplificarne l’intercettazione.
Le aziende — come Verizon, AT&T e Comcast — non vedono di buon occhio il tentativo e cercano di contrastare l’intromissione crescente del governo nella progettazione dei servizi, sia per i costi sia per gli ostacoli all’innovazione. Le agenzie di sicurezza rispondono citando episodi in cui gli ostacoli creati dai servizi hanno rallentato a lungo intercettazioni già approvate in tribunale.
Solo qualche settimana fa il governo aveva dichiarato l’intenzione di semplificare i metodi di intercettazione per le comunicazioni via internet. L’amministrazione Obama sta preparando una proposta di legge che obblighi i servizi online — da Facebook ai software peer-to-peer passando per le mail criptate inviabili via BlackBerry — a consegnare al governo intercettazioni che possano essere necessarie per combattere la lotta al crimine e al terrorismo.
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