©Mauro Scrobogna / Lapresse 10-02-2005 Roma Politica Camera - commemorazione foibe nella foto: unico rappresentante del Governo Giuseppe Drago Sottosegretario alla Difesa

“Sono politicamente un morto che cammina”

Drago, il deputato UdC interdetto dai pubblici uffici, parla del corteggiamento ricevuto dal premier

Giuseppe Drago è il deputato dell’UdC interdetto dai pubblici uffici con sentenza definitiva, e nonostante questo ancora attivo e operativo in parlamento, in attesa che la giunta delle elezioni decida una volta per tutte la sua decadenza dall’incarico. Fino a quel momento però Drago esiste e conta come tutti gli altri, e per questo nelle ultime settimane è stato oggetto insieme ad altri di un serrato corteggiamento da parte del centrodestra, e i retroscena politici lo hanno indicato come uno dei possibili componenti del cosiddetto “gruppo di responsabilità nazionale” che dovrebbe sostenere il governo e rendere superflui i voti dei finiani.

Oggi Drago è intervistato su Repubblica da Antonello Caporale, che gli chiede conto della sua situazione giudiziaria e delle sue prossime mosse in Parlamento. Se le sue parole sono riportate esattamente, Drago dice di doversi liberare “di un macigno che mi pesa” e “dare sfogo alla rabbia che mi prende alla pancia”, addirittura dice che gli viene “voglia di urlare a squarciagola, o anche prendere un mitra”. Parla un deputato della Repubblica, e parla della sentenza di condanna per peculato ormai definitiva. Drago precisa che la sua interdizione non è perpetua – scade nel 2012, ma tanto lui sta lì anche adesso – e dice che il verdetto finale della giunta sul suo conto dovrebbe arrivare a dicembre: “stanno chiedendo a molti costituzionalisti”. Cosa ci sarà da chiedere, se è ufficialmente interdetto?

E poi discute dell’attualità politica e del suo ruolo. Discute si fa per dire: un po’ per la cripticità di determinate espressioni e un po’ perché le interviste di Antonello Caporale sembrano spesso dei dialoghi teatrali e non si sa mai come sia andata davvero. Drago si definisce “politicamente un morto che cammina”, sostiene che Casini è un suo amico ma che pende “verso il centrodestra”. Per questo, dice, “ascolterò le parole del premier, e deciderò”.

Prudente ed equilibrato. Peccato che non possa godersi il prosieguo dell’azione di governo.
«Però non sono nelle condizioni di Previti. Nel 2012 scade l’interdizione. E rientro nel Palazzo».

Sincero, pulito.
«Senza politica non ce la faccio, mi conosco».

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