Come si fa un’auto che sembri una buona auto

Su cosa lavora il centro di ricerca e sviluppo dedicato a migliorare la "qualità percepita" delle auto Peugeot

La linea di produzione della Peugeot 308 nella fabbrica PSA Peugeot Citroen di Sochaux (SEBASTIEN BOZON/AFP/Getty Images)
La linea di produzione della Peugeot 308 nella fabbrica PSA Peugeot Citroen di Sochaux (SEBASTIEN BOZON/AFP/Getty Images)

Tra le caratteristiche più importanti su cui i costruttori di automobili si concentrano quando sviluppano un nuovo modello di auto c’è la cosiddetta “qualità percepita”, un concetto che può essere riassunto così: l’insieme degli elementi che fanno pensare a un cliente di trovarsi di fronte a una “macchina fatta bene”.

Oltre a fattori soggettivi come il design o la fama del marchio, e ad altri più oggettivi e misurabili come l’affidabilità o la sicurezza, ci sono molti altri parametri più “sottili” che influenzano la nostra percezione della qualità di un’auto. Le case automobilistiche sono consapevoli dell’importanza di questi dettagli: tra le varie attività, prima e durante lo sviluppo di nuovo modello (che dura in media da tre a cinque anni), i loro dipartimenti marketing conducono studi e ricerche su campioni di consumatori per capire quali siano le preferenze più diffuse e adattarsi alle richieste del mercato. La progettazione di un’auto spetta poi al dipartimento ricerca e sviluppo (R&D, research and development). Tutti questi processi costano alle case automobilistiche centinaia di milioni – spesso miliardi – di euro e quindi di solito i loro centri R&D sono sezioni molto riservate e protette da una rigida sorveglianza.

Il gruppo automobilistico francese PSA – di cui fanno parte i marchi Peugeot, Citroen e DS – ha nove centri R&D in tutto il mondo, tra cui quello francese di Belchamp, che si trova nel comune francese di Voujeaucourt, vicino al confine con la Svizzera e alla fabbrica Peugeot di Sochaux. A Belchamp, con una decisione piuttosto insolita, il marchio Peugeot ha deciso d’invitare 80 giornalisti di 21 nazioni, per mostrare come i progettisti hanno lavorato sulla qualità dell’automobile Peugeot 308.

Da dove viene la Peugeot 308
La Peugeot 308 fu presentata al Salone dell’automobile di Francoforte nel settembre 2013 e vinse nel 2014 il premio di Auto dell’anno, che viene assegnato da una giuria di giornalisti europei specializzati a febbraio-marzo di ogni anno, poco prima dell’apertura del Salone dell’automobile di Ginevra. La vittoria della Peugeot 308 arrivò in un momento molto delicato per il gruppo PSA, che veniva da anni di vendite in calo e forti perdite finanziarie dovute a inefficienze interne e alla crisi economica europea, che lo avevano portato vicino alla bancarotta. PSA fu salvato dal governo francese e dal costruttore cinese Dongfeng Motor, i quali il 26 marzo 2014 sottoscrissero un aumento di capitale da 3 miliardi di euro. Il rilancio di PSA fu affidato all’attuale CEO Carlos Tavares e al suo piano industriale 2014-2018 denominato “Back in the Race”, che sta dando buoni risultati, grazie anche alla ripresa del mercato automobilistico europeo, e ha riportato in positivo le vendite e i bilanci del gruppo. La Peugeot 308, nelle sue due varianti di carrozzeria berlina 5 porte e station wagon, sta avendo un buon successo: finora ne sono state vendute oltre 400mila e nel 2015 si è classificata al terzo posto del suo segmento, dopo Volkswagen Golf e Ford Focus.

L’attuale Peugeot 308 cominciò a essere sviluppata nel 2010 e doveva rappresentare un punto di svolta dopo un decennio di prodotti ritenuti dalla stampa specializzata non all’altezza del passato di Peugeot, ricco di modelli di successo caratterizzati da affidabilità e sportività. Nell’ultima serie del famoso programma televisivo BBC Top Gear, i conduttori James May e Jeremy Clarkson avevano dedicato alla crisi Peugeot un ampio spazio di una puntata, ipotizzando ironicamente che i suoi dirigenti a un certo punto avessero deciso deliberatamente di cominciare a fare auto “orribili”.

Come si fa una “buona auto”?
Nel 2010 i progettisti Peugeot decisero di prendere come modello per la qualità percepita della nuova 308 la macchina leader del segmento “compatto” europeo: la tedesca Volkswagen Golf, che è ritenuta da molti clienti ed esperti un prodotto di ottima fattura perché realizzata con materiali, tecnologie e finiture che sembrano superiori alla media dei concorrenti. Il lavoro sulla 308 – dicono quelli di Peugeot – ha interessato ogni aspetto del concetto di qualità, a cominciare dall’immagine dell’auto. “Abbiamo lavorato molto sulla scelta dei materiali, sulla vernice e sugli spazi tra i pannelli della carrozzeria, che devono essere regolari e stretti, in modo che il cliente abbia un’immagine positiva già quando guarda la vettura”, ha spiegato il direttore della qualità PSA Philippe Pellettier. “Oltre a questo, abbiamo anche lavorato sulla visibilità, sul comfort, sulla rumorosità e sui suoni come quello della portiera in chiusura, che deve trasmettere una sensazione di solidità”, ha aggiunto.

Un altro elemento che definisce la qualità di un’automobile è la cosiddetta HMI (Human-Machine Interface, interfaccia uomo-macchina), cioè tutti quei comandi che il guidatore e i passeggeri utilizzano e che devono trasmettere una sensazione positiva. I progettisti Peugeot hanno semplificato la plancia della 308 installando al centro un grande schermo touch che svolge le funzioni di radio, navigatore e climatizzatore e hanno lavorato affinché volante e leva del cambio sembrassero solidi e piacevoli da usare. Secondo Pellettier, Peugeot con la 308 ha raggiunto i livelli di qualità percepita di Volkswagen, e i processi che hanno portato a questo risultato garantiranno che nel futuro la qualità dei prodotti del gruppo continui a crescere.

Oltre a quella percepita esiste un’altra categoria di qualità, che in Peugeot chiamano “quality in use” e corrisponde all’abilità di un modello di continuare a sembrare nuovo anche dopo molti anni e chilometri. Anche se ha molto in comune con l’affidabilità, la “quality in use” non le corrisponde esattamente: un componente dell’auto potrebbe sembrare vecchio dopo pochi mesi ma non rompersi mai. Secondo la casa francese, i clienti si aspettano che la loro auto sembri nuova fino ai tre anni dall’acquisto e non vogliono avere problemi “seri” come rotture meccaniche prima degli otto-nove anni, il momento in cui un’auto comincia a essere percepita come vecchia. I tecnici Peugeot hanno cercato di migliorare la “quality in use” degli interni della Peugeot 308 lavorando soprattutto su materiali e assemblaggi: le plastiche della plancia sono state trattate con un agente antistatico per evitare il depositarsi della polvere e con uno antigraffio per prevenire i segni dell’usura, mentre i cigolii e le rotture sono stati ridotti attraverso l’utilizzo di viti al posto delle mollette nell’assemblaggio e la progettazione di componenti più semplici e robusti nelle parti più critiche come plancia, portiere e bocchette dell’aria.

Per mettere alla prova la durata dei componenti di un’auto, le case automobilistiche – Peugeot inclusa – testano decine di prototipi per un totale di milioni di chilometri su strada e pista (Belchamp ha al suo interno 35 km di circuiti), oppure le sottopongono a trattamenti in grado di accelerarne l’invecchiamento, in modo da trovarne i punti deboli come consumo precoce, cigolii o rotture. A Belchamp, Peugeot ha mostrato ai giornalisti un’apparecchiatura composta di una camera chiusa e quattro piastre su cui poggiano le ruote dell’auto, che è in grado di simulare in sei settimane gli stress di 240mila chilometri percorsi, con forti accelerazioni verticali e condizioni climatiche che variano da temperature polari (-40 gradi centigradi) a quelle dei deserti più caldi (+50 gradi centigradi). In 22 giorni quest’attrezzatura è in grado di riprodurre tre anni di utilizzo da parte di un cliente medio: durante il processo uno specialista sale a bordo dell’auto periodicamente e verifica che non ci siano cigolii o vibrazioni indesiderate. Un altro strumento che Peugeot ha mostrato ai giornalisti è un robot che riproduce il peso del corpo umano sui sedili dell’automobile e simula per 20-30mila volte l’entrata e uscita di una persona dall’abitacolo per verificare la resistenza di rivestimenti e imbottitura.