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  • Venerdì 5 febbraio 2016

Come sta andando il nuovo Parma

Dopo il burrascoso fallimento la nuova società sta rimettendo insieme i pezzi in Serie D: la squadra sta andando molto bene

(Getty Images/Getty Images)
(Getty Images/Getty Images)

Lo scorso 22 giugno il Parma Football Club è stato ufficialmente dichiarato fallito, dopo che i due curatori fallimentari che avevano il compito di gestire la società fino all’arrivo di nuovi acquirenti non hanno ricevuto nessuna offerta d’acquisto. Il tribunale di Parma aveva dichiarato il fallimento della società già a marzo: per far terminare regolarmente la stagione alla squadra, la Lega di Serie A si era impegnata a prestare circa 5 milioni di euro per coprire le spese minime. Nella stagione precedente il Parma si era qualificato all’Europa League, ma era stato escluso dalla competizione dall’Alta Corte del CONI per aver pagato in ritardo circa 300mila euro di Irpef. Nei mesi precedenti il Parma aveva cambiato proprietà per tre volte, e tutte e tre si erano rivelate inaffidabili. Al momento del fallimento il Parma aveva circa 70 milioni di debiti nei confronti di banche, fornitori, dipendenti e fisco.

Nei due decenni precedenti il Parma era stata una delle squadre di calcio italiane più vincenti: l’unica in grado di insidiare lo storico dominio di Milan, Juventus e Inter. Per dieci stagioni di fila, fra il 1991 e il 2001, il Parma ha avuto una squadra fra le più forti d’Europa, unica in Italia fra le cosiddette “provinciali” a potersela giocare con le grandi. Vinse tre Coppa Italia, una Coppa delle Coppe e due Coppa UEFA e negli anni ingaggiò giocatori che poi diventarono tra i più forti al mondo, come Lilian Thuram, Fabio Cannavaro, Gianluigi Buffon, Hernan Crespo e Juan Sebastian Veron.

Da questa stagione, quindi, il Parma è ripartito dalla serie D, la quarta divisione del campionato italiano di calcio, con una nuova dirigenza composta da diversi imprenditori locali ed ex dirigenti della società, tra cui Guido Barilla, Gian Paolo Dallara, Marco Ferrari, Paolo Pizzarotti, Mauro Del Rio e Giacomo Malmesi. Il presidente è Nevio Scala, l’allenatore con cui vent’anni fa il Parma vinse alcuni dei trofeo continentali più importanti; Lorenzo Minotti, uno dei giocatori di quel Parma, è stato assunto come responsabile dell’area tecnica. Circa il 40 per cento del capitale sociale è stato raccolto dai tifosi sul modello associativo dell’azionariato popolare, già diffuso in alcuni campionati europei.

La società, non potendo più usare la vecchia denominazione Parma Football Club, ha assunto il nome di Società Sportiva Dilettantistica Parma Calcio 1913: ha messo insieme la squadra per affrontare il campionato di Serie D e ha assunto come allenatore Luigi Apolloni, ex giocatore del Parma e allenatore da diversi anni, soprattutto di squadre di Serie B. Uno dei giocatori che più si impegnarono per cercare di trovare una soluzione nei mesi in cui cominciarono ad arrivare brutte notizie dalla società fu Alessandro Lucarelli, al Parma dal 2008 e capitano da un paio di anni. Lucarelli è rimasto con la squadra anche dopo il fallimento, con cui oggi disputa la Serie D.

Gli imprenditori locali alla guida del Parma hanno dichiarato di non aver fretta di tornare in alto subito, ma di voler partire dalla riorganizzazione societaria e dallo sviluppo dei settori giovanili, per poi puntare alla Serie B senza spendere grosse cifre. Quest’estate la società ha dovuto creare una squadra dal niente in meno di un mese, come ha raccontato Nevio Scala alla Gazzetta di Parma:

Quello che più mi emoziona è la costruzione della squadra: il 3 di agosto avevamo 5 giocatori in prova al primo allenamento. Non c’erano sedie dove sedersi. Facevamo le riunioni a casa mia o di Marco Ferrari o al Barilla center. Con Minotti, Apolloni… Questo significa che da allora è stato fatto un lavoro di straordinario. Devo fare i complimenti alla società, a Minotti, Galassi, Apolloni e Pizzi. Perché quando si lavora di fretta si rischia sempre di sbagliare.

Alcuni importanti sponsor hanno aiutato la nascita del nuovo Parma: Sky, oltre a trasmettere tutte le partite della squadra, è diventato sponsor di tutte le squadre della società, dalle giovanili alla squadra femminile; Vorwerk Folletto, azienda tedesca già presente sulle maglie del Parma nelle ultime stagioni di Serie A, ha mantenuto la sponsorizzazione, così come Errea, azienda parmense di abbigliamento sportivo, che ha continuato a fornire il materiale tecnico alla società. Circa diecimila tifosi hanno sottoscritto l’abbonamento per la nuova stagione.

La prima partita di Serie D giocata dal Parma è stata quella in trasferta contro l’ArzignanoChiampo, vinta per uno a zero con gol dell’attaccante Riccardo Musetti. Da quella domenica la squadra ha vinto diciotto partite, ne ha pareggiate sei e non ne ha persa nemmeno una. Ha una media di più di due gol segnati a partita e di 0,4 subiti. Ora si trova saldamente al primo posto e il Forlì, la squadra in seconda posizione, ha nove punti di distacco. Il capocannoniere del Parma è Yves Baraye, attaccante senegalese cresciuto nelle giovanili dell’Udinese e acquistato in estate dal Chievo Verona. Ha segnato 14 gol in 18 partite.

A inizio stagione la società ha iniziato una campagna di crowdfunding aperta a tutti per finanziare alcuni progetti. La raccolta fondi si è conclusa lo scorso 31 ottobre e ha raccolto 171mila euro, ventimila in più della soglia iniziale di 150mila euro: con quei soldi la società realizzerà il museo permanente sulla storia del Parma all’interno dello stadio Tardini. Poche settimane prima la dirigenza aveva comprato all’asta tutti i trofei della società che erano stati pignorati la scorsa stagione.