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  • Giovedì 7 maggio 2015

Sono state sospese le giornate finali della Liga

Lo ha deciso la Federazione di calcio spagnola, contro la nuova legge sulla vendita dei diritti televisivi approvata dal governo

<> at Camp Nou on March 3, 2012 in Barcelona, Spain.
<> at Camp Nou on March 3, 2012 in Barcelona, Spain.

Aggiornamento del 14 maggio: la Corte Suprema spagnola ha sospeso lo sciopero della federazione di calcio spagnola: la giornata di Liga del 16 maggio dovrebbe quindi svolgersi regolarmente.

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La Federazione nazionale spagnola di calcio (Real Federación Española de Fútbol, abbreviata in RFEF) ha indetto la sospensione dei campionati professionistici spagnoli dal 16 maggio in poi a causa dell’approvazione di una nuova legge sulla vendita dei diritti televisivi delle partite. La nuova legge da cui è nata la decisione della RFEF è stata approvata dal governo spagnolo giovedì 30 aprile: prevede che i diritti televisivi dei due campionati più importanti siano venduti in blocco. Oggi ciascuna squadra negozia un accordo con le televisioni, col risultato che Barcellona e Real Madrid – le due squadre spagnole più forti – ricevono molti più soldi delle altre. La federazione ha indetto lo sciopero dicendo di non avere ricevuto sufficiente attenzione dal governo e aggiungendo che con la nuova legge potrà trattenere solamente una piccola parte della cifra pattuita fra televisioni e squadre, pari al 4,55 per cento.

Anche il principale sindacato dei calciatori – la Asociación de Futbolistas Españoles (AFE) – ha criticato la nuova legge, sebbene per motivi diversi da quelli della federazione, e ha appoggiato la sospensione dei campionati. La nuova legge è stata appoggiata dalla Liga de Fútbol Profesional – che si abbrevia in LFP ed è l’equivalente della nostra Lega Calcio – cioè l’associazione composta dalle squadre di calcio dei due maggiori campionati. La scorsa stagione le squadre professionistiche spagnole hanno guadagnato in tutto circa 800 milioni di euro dalla vendita dei diritti televisivi.

La legge è stata approvata dal governo di centrodestra di Mariano Rajoy dopo che per diversi anni si era discusso del tema. Deve ancora essere approvata dal Parlamento spagnolo, ma dovrebbe passare facilmente: il centrodestra ha una solida maggioranza sia al Congresso che al Senato. Fino ad oggi in Spagna le due squadre che ottenevano di più dai diritti televisivi – Real Madrid e Barcellona – arrivano a guadagnare circa sette volte tanto la squadra che guadagnava meno fra Liga BBVA e Segunda División (l’equivalenti della Serie A e della Serie B italiane). In questa stagione Barcellona e Real Madrid hanno guadagnato ciascuna poco più di 160 milioni di euro a testa, mentre il Valencia – che è la terza squadra ad averne ottenuti di più – ne ha guadagnati circa 50. Il ministro dello Sport José Ignacio Wert ha detto che dall’entrata in vigore della legge – previsto per il 2016 – il rapporto fra la squadra che guadagna di più e quella che guadagna di meno dovrà essere di uno a 4,5, e che considera «ideale» un rapporto fra uno e 3,5. La cifra spettante a ogni squadra sarà inoltre decisa ogni anno all’inizio del nuovo torneo e dipenderà dalla posizione della squadra nel campionato precedente, dal suo rendimento nelle ultime cinque stagioni e dall’ampiezza del proprio seguito.

La Federazione ha criticato la legge perché ritiene che il governo abbia abbia dimostrato «mancanza di rispetto» nei suoi confronti e per la questione del 4,55 per cento dei guadagni, ritenuti insufficienti. Il sindacato dei giocatori ha criticato la legge dicendo che divide i guadagni in modo poco equo fra Liga e Segunda División: alle squadre della Liga saranno riservati il 90 per cento degli introiti televisivi, mentre a quelle della Segunda il restante 10 per cento. In Francia e Germania, dove è in vigore una legge simile a quella approvata la settimana scorsa dal governo spagnolo, i club del campionato principale ottengono rispettivamente il 79 e l’80 per cento dei guadagni, e quelli della seconda serie il 21 e il 20 (in Italia i diritti televisivi di Serie A e Serie B vengono negoziati separatamente dalle due rispettive Leghe).

El País cita anche come causa di malcontento del sindacato il fatto che l’agenzia delle entrate spagnola abbia “preso di mira” alcuni giocatori che guadagnano ingenti stipendi: il più famoso dei giocatori coinvolti è stato Lionel Messi, che ha problemi col fisco spagnolo da almeno due anni. Secondo AS, inoltre, c’entra anche il fatto che la nuova legge non prevede che il sindacato dei calciatori ottenga una percentuale sull’accordo fra squadre e televisioni – in Francia il sindacato dei calciatori ottiene l’1,09 per cento del totale, in Inghilterra l’1,5 – mentre è previsto che l’1 per cento della cifra sia destinata a importanti sportivi spagnoli che non siano calciatori.

Non è chiaro se il governo intenda o meno avviare una trattativa con la Federazione e con il sindacato dei calciatori per cambiare la legge. Per il momento restano sospese fra le altre le ultime due giornate della Liga – che decideranno la squadra vincitrice, dato che il Barcellona è avanti al Real Madrid di soli due punti – e la finale di Coppa del Re fra Barcellona e Athletic Bilbao, in programma per il 30 maggio. In tutto, secondo la Federazione, la sospensione interesserà 600mila giocatori e 30mila partite.

foto: David Ramos/Getty Images