Il governo australiano ha reso noti, per sbaglio, i dati personali dei leader mondiali che avevano preso parte al G20 di Brisbane

I dati personali di 31 capi di stato che avevano partecipato all’ultimo G20 di Brisbane sono stati accidentalmente resi noti dal dipartimento immigrazione dell’Australia, che non ha ritenuto necessario informare le persone coinvolte dell’avvenuta violazione della privacy perché il danno risulterebbe limitato (le informazioni non sono state cioè rese pubbliche e sono stati presi dei provvedimenti per evitare un’ulteriore distribuzione). Il Guardian ha raccontato che l’errore è stato commesso da un dipendente del governo che ha inavvertitamente inviato a un membro australiano del comitato organizzatore della Coppa d’Asia una mail con i numeri di passaporto e vari altri dettagli dei visti dei capi di Stato. Il garante della Privacy era stato contattato dalla responsabile della sezione visti del ministero dell’Immigrazione australiano che informava di questo “incidente”, avvenuto il 7 novembre 2014. Tra i capi di Stato coinvolti, ci sono il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il presidente russo, Vladimir Putin, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il presidente cinese, Xi Jinping, il primo ministro indiano, Narendra Modi, il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, il presidente indonesiano, Joko Widodo, e il primo ministro britannico, David Cameron, tra gli altri.

Non è la prima volta che il dipartimento immigrazione dell’Australia viene coinvolto in una caso di violazione. Nel febbraio del 2014 il Guardian aveva raccontato che l’agenzia aveva inavvertitamente rivelato i dati personali di quasi 10 mila detenuti – molti dei quali richiedenti asilo – in un file accessibile a tutti sul sito.