Che fine ha fatto FourSquare

È cambiato parecchio: il servizio è stato diviso in due app diverse, che stanno andando entrambe piuttosto bene (ma non tutti sono convinti che durerà)

Foursquare, il servizio online che serve per far sapere ai propri amici di essere in un posto, è cambiato parecchio nelle ultime settimane e, per il momento, sembra che le novità abbiano giovato: in pochi giorni le app di Foursquare sono diventate tra le più scaricate nei principali store online. Inoltre, e forse è la cosa più importante, Foursquare è riuscito a riacchiappare “the buzz”, il passaparola: insomma, se ne parla parecchio negli ambienti degli appassionati di tecnologia e questa è una cosa buona. Il futuro dell’app, però, non è affatto scontato nel medio-lungo periodo.

Andiamo con ordine: cos’era Fuorsquare e cos’è diventato? Semplificando, fino a pochi mesi fa era un social network che permetteva di far sapere ai proprio amici di essere in un certo posto (un locale, un parco, vicino a un monumento), quali attività si stavano facendo e di consigliarne alcune (ad esempio: si poteva fare “check-in” in una pizzeria e aggiungere qual era la pizza migliore). L’idea da cui era partita la app era permettere a gruppi di amici di incontrarsi in una metropoli affollata e in più di fornire consigli e aiuti su cosa fare (o cosa ordinare) in un certo posto.

Per rendere più interessante il tutto, Foursquare aveva anche una componente di “gioco”. Frequentando più volte lo stesso posto si potevano ottenere riconoscimenti (“badge”) che, nei locali convenzionati, permettevano di ricevere prodotti come forma di ricompensa (ad esempio, un caffè in omaggio dopo essere stati per dieci volte a bere caffè nello stesso posto). Foursquare è stato per qualche tempo un servizio di cui parlavano tutti. Nel 2010 e nel 2011, ad esempio, vinse diversi riconoscimenti della rivista TechCrunch come miglior applicazione per la geolocalizzazione. Alcune delle novità che Foursquare aveva introdotto furono poi adottate (o copiate, a seconda di come la si vuole vedere) da Facebook e poi da Google+. Al suo momento di massimo successo, nel 2012, Foursquare aveva 50 milioni di utenti in tutto il mondo.

Con il passare del tempo gli utenti hanno cominciato a diminuire insieme al numero di “check-in” eseguiti (alla fine del 2011 erano stati 750 milioni). Questa flessione nel numero degli utenti e dell’utilizzo dell’app non è stata troppo drammatica (alla fine del 2013 gli utenti erano ancora 45 milioni), ma ha spinto comunque la società a fare parecchi cambiamenti che sono stati portati a termine nelle prime settimane di agosto. Foursquare ha perso quasi tutte le sue funzioni più caratteristiche: non si può più fare check-in e non si ottengono più badge o altri premi fedeltà. Si possono ancora raccomandare posti o attività e a seconda del numero di raccomandazioni che si effettuano si può salire in una graduatoria (se consigliate molte pizzerie, sarete segnalati come “esperti” di pizze, in sostanza). L’idea alla base di questo cambiamento è spingere l’utente a dover fare il minor numero di passaggi per ottenere quello che cerca. Oggi, aprendo Foursquare, si accede quasi immediatamente alla lista di luoghi e attività consigliate, sulla base delle nostre scelte precedenti e delle raccomandazioni degli amici.

La parte “giocosa” dell’applicazione è stata trasferita in una nuova app: Swarm, che è uscita lo scorso maggio. Swarm, con diverse modifiche nell’interfaccia e nel funzionamento, è in sostanza il vecchio Fuorsquare. Come ha spiegato Jon Steinback, uno dei manager di Foursquare: «Quando cerchi un posto per andare a cena cerchi qualcosa che soddisfi i tuoi gusti. Quando cerchi un posto per andare a bere qualcosa dopo cena stai cercando un posto per incontrarti con gli amici. Questa, in poche parole, è la storia di Swarm e di Foursquare» e, per il momento, è una storia di successo.

In pochi giorni Foursquare è passata da essere l’applicazione numero 1.221 tra le più scaricate nell’App Store per gli iPhone, ad essere la numero 394. Swarm è l’11esima app più scaricata. Incrementi simili ci sono stati anche nei negozi per applicazioni destinate a telefoni Android. Will Francis – direttore e fondatore di Harkable, una società di consulenza sui social network – che ha scritto un articolo per il Guardian, non crede però che sia un aumento destinato a durare a lungo. Il punto forte di Foursquare, ha scritto, era l’idea di mischiare un gioco con le interazioni sociali. Questo aspetto è stato in una certa misura “depotenziato” e relegato in una seconda app (Swarm, appunto). Foursquare, oggi, è soltanto una app che serve a consigliare locali, un terreno sul quale dovrà affrontare una concorrenza che per ora è posizionata molto meglio: Trip Advisor, Yelp e Google Maps che, secondo Francis, deve ancora cominciare a sfruttare appieno la sua mole di dati per fornire un servizio di raccomandazioni in grado di spiazzare la concorrenza.