In Sardegna è stato raggiunto il quorum

I dieci referendum regionali contro i costi della politica sono validi, è in corso lo spoglio delle schede

Ieri sera alle 22 il 35,5 per cento degli elettori sardi era andato a votare per i dieci referendum sui costi della politica, rendendo così valida la consultazione. Il quorum era fissato infatti a un terzo del corpo elettorale, il 33,3 per cento, e l’obiettivo era considerato complicato perché la maggior parte dei partiti non aveva preso posizioni ufficiali sui referendum e gli stessi promotori avevano lamentano la scarsa pubblicità data all’iniziativa da parte delle autorità e dei mezzi di comunicazione.

Lo spoglio delle schede è cominciato alle 7 del mattino. I quesiti referendari sono dieci, cinque abrogativi e cinque consultivi. Sono stati promossi dal Movimento Referendario Sardo, di cui fanno parte pochi partiti o movimenti politici (tra cui l’IdV,La Base Sardegna e Riformatori Sardi, legati a Mario Segni) ma che ha il sostegno di molti amministratori locali e politici sardi.

Quattro quesiti abrogativi riguardano l’abolizione di altrettante province sarde istituite con una serie di leggi regionali a partire dal 1997 (ma diventate operative con molti ritardi): Medio Campidano, Carbonia-Iglesias, Ogliastra e Olbia-Tempio. L’ultimo quesito abrogativo riguarda l’abolizione di un articolo della legge regionale che stabilisce la competenza nella determinazione dei compensi dei consiglieri regionali e il loro tetto massimo.

I quesiti consultivi riguardano la cancellazione anche delle quattro province storiche della Sardegna (Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro), la stesura di un nuovo Statuto della Regione da parte di un’Assemblea Costituente “eletta a suffragio universale da tutti i cittadini sardi”, l’abolizione dei consigli di amministrazione degli “Enti strumentali e Agenzie della Regione Autonoma”, l’istituzione per legge delle elezioni primarie per scegliere i candidati alla carica di presidente della regione (da eleggere con elezione diretta) e la riduzione da 80 a 50 dei consiglieri regionali.