La RAI come la BBC

Roger Abravanel interviene nel dibattito sulla riforma della televisione pubblica sul Corriere e propone "una trasformazione epocale"

Roger Abravanel ha scritto un articolo per il Corriere della Sera con cui riprende e porta avanti il dibattito sulla riforma della RAI (aperto da un articolo di Giorgio Gori il 20 gennaio). A Gori nei giorni scorsi avevano risposto Agostino Saccà e Piero Angela. Abravanel rispolvera la vecchia proposta di riformare la RAI prendendo a modello la BBC, la televisione pubblica inglese, e suggerisce quali modifiche realizzare.

La Rai non deve essere spaccata ma deve diventare una grande Tv pubblica eccellente. L’annuncio che il governo Monti metterà mano anche alla riforma Rai e l’imminente scadenza, a marzo, del Cda, hanno riaperto il dibattito sulla Tv pubblica, con due recenti articoli su questo quotidiano. Nel primo, Giorgio Gori, convinto che la ricerca dell’audience distragga il servizio pubblico dalla sua missione, propone di dividere la Rai in due, una Tv pubblica (Rai 3 più altre reti specialistiche digitali) sostenuta dal canone, e l’altra privata finanziata dalla pubblicità. A Gori risponde Piero Angela, dicendo che la Rai pubblica risultante da tale spaccatura non avrebbe una dimensione sufficiente ad educare quel 70 per cento di italiani che definisce «sotto la mediocrità culturale».

La diagnosi di Gori è corretta, ma ha ragione Angela sui rischi della cura. Come rilanciare la qualità del servizio pubblico, senza azzopparlo?
Il modello Bbc, la Tv pubblica inglese a cui da sempre ci si ispira, è oggi molto lontano dalla Rai. Per la Bbc l’ audience non è un obiettivo ma il risultato di programmi di informazione ed intrattenimento di alta qualità, che attraggono milioni di telespettatori. La Bbc, inoltre, riesce a sostenersi quasi completamente con il canone perché gli inglesi, che di solito pagano le tasse, lo fanno anche per il canone Bbc del quale peraltro vedono il ritorno (il 70 per cento non a caso si dichiara «contento» di pagarlo).

(Continua a leggere su Corriere.it)