Cosa sta succedendo tra i soci di RCS

Il Sole 24 Ore prova a spiegare lo scontro tra i proprietari del Corriere della Sera

Da due giorni, il ciclico accendersi di tensioni e scontri di potere all’interno del patto tra i soci di RCS ha un nuovo episodio con la richiesta di Diego Delle Valle che Generali ceda la sua partecipazione. Antonella Otivieri lo spiega un po’ meglio sul Sole 24 Ore di oggi.

Il chiarimento tra i grandi soci Rcs è rinviato al 16 febbraio, quando è stato convocato il patto. A sollecitare la riunione sarebbe stato il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, a quanto si dice abbastanza piccato dalle manifestazioni di insofferenza di Diego Della Valle per quello che, riassumendone il pensiero, è un modo poco trasparente di esercitare un’influenza sul Corriere della Sera. Che fosse quella la vera partita a cui mirava il patron della Tod’s è evidente dall’ultima mossa al cda Generali di mercoledì scorso. Al termine della riunione, che potrebbe definirsi di routine, Della Valle ha chiesto formalmente che si discutesse in una successiva occasione dell’ipotesi di cedere la partecipazione in Rcs, pari al 3,7%. Una partecipazione di lunga data quella di Generali, finora gestita con una presenza discreta secondo lo stile triestino della casa. Gestione alla quale è stato impresso un maggior attivismo con l’approdo alla presidenza della compagnia di Cesare Geronzi, che già, quando era ancora al vertice di Mediobanca, era entrato nel board di Rcs Quotidiani (l’interfaccia diretta col giornale), al rinnovo del cda con l’ingresso dei pesi massimi dell’azionariato. E probabilmente è proprio lo “stile Geronzi” l’oggetto delle sparate dell’imprenditore marchigiano, dal momento che ieri all’agenzia Ansa ha precisato di non aver nel mirino l’asse Geronzi-Bazoli perchè «in realtà non c’è un asse. È solo un vecchio sistema ormai al tramonto e il problema come si è poi visto non era Bazoli». A un sito informativo online (Lettera43) ha parlato di «bizantinismi di vecchia scuola», sostenendo di aver reagito alle «tensioni alimentate da altri contro persone che non avevano fatto milla». Negando peraltro ripercussioni sulle altre partecipazioni “rilevanti” della compagnia, Telco-Telecom e Medio-banca: «In fondo ho chiesto a Generali di liberarsi di una piccola partecipazione».

(continua a leggere sulla rassegna stampa del Ministero dell’Economia)