domenica 26 Novembre 2023

Il famigerato e vincente TMZ

Quando lo scorso ottobre è morto Matthew Perry, attore noto soprattutto per aver interpretato Chandler Bing nella serie televisiva americana Friends , il primo mezzo di informazione a dare la notizia è stato TMZ, un sito di news scandalistico solitamente bene informato ma noto per le sue pratiche eticamente discutibili: può essere assimilato ai tabloid britannici e statunitensi.

TMZ è l’acronimo di “ Thirty Mile Zone ”, un’espressione risalente agli anni ‘50-’60 del secolo scorso che indicava i confini dell’area delle produzioni cinematografiche di Hollywood, a Los Angeles. Il sito è stato fondato da Harvey Levin, che oggi ha 73 anni, è nato a Los Angeles e ha insegnato legge all’università a Miami e Los Angeles: negli anni da insegnante si è interessato ai principali giornali scandalistici americani. Levin ha poi lavorato come reporter televisivo occupandosi in modo aggressivo di celebrità e di casi di cronaca nera e fondando TMZ nel 2005. Il sito pubblica soprattutto pettegolezzi e articoli imbarazzanti sulle celebrità, ma a volte anche notizie rilevanti e in anteprima, approfittando anche della maggior prudenza nelle verifiche da parte delle testate maggiori: nel 2009, per esempio, fu il primo a scrivere della morte di Michael Jackson. I modi in cui TMZ ottiene le notizie è tornato al centro di dibattiti in queste settimane: le fonti parlano con il sito spesso: «perché sono eccitate o perché sono arrabbiate. Altre vogliono un compenso, che può variare da poche centinaia di dollari a cifre molto più alte. Un ex collaboratore di TMZ ricorda che non esiste un tetto massimo per i pagamenti: “hanno un capitale pazzesco per fare questo tipo di cose”».

TMZ – che nel 2021 è stato acquistato per circa 50 milioni di dollari dal gruppo Fox Corporation di Rupert Murdoch – ha molte fonti tra la polizia e gli agenti della sicurezza e in luoghi frequentati da celebrità: aeroporti, alberghi, negozi, casinò. I compensi per le fonti possono andare da poche decine fino a migliaia di dollari: nel 2014 il tabloid New York Post scrisse che il filmato dell’ascensore in cui Solange Knowles (sorella di Beyoncé) aggrediva il cognato Jay-Z era stato acquistato da TMZ per 250.000 dollari.

Nel caso dell’ incidente in elicottero in cui morirono il giocatore di basket Kobe Bryant e sua figlia Gianna, un ufficiale delle forze dell’ordine informò TMZ prima che la moglie e madre Vanessa Bryant ne venisse a conoscenza. Proprio queste pratiche la consuetudine di pagare le fonti sono le caratteristiche del sito che più vengono criticate da altri giornalisti: in passato la Society of Professional Journalists, un’organizzazione che tutela i diritti dei giornalisti americani, ha sostenuto che questo modo di lavorare «minaccia di corrompere il giornalismo».

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