domenica 16 Novembre 2025
Sono tornate al punto di partenza le prospettive del quotidiano inglese Daily Telegraph: era stato messo forzatamente in vendita due anni fa per affrontare gli enormi debiti della società che lo possedeva. Data la sua importanza nel contesto dell’informazione britannica e il suo ruolo nel rappresentare buona parte dell’elettorato e della politica conservatrice, gli interessi all’acquisto erano stati molti. La prospettiva più concreta però aveva agitato il giornale e la politica, perché uno dei fondi coinvolti nell’acquisto aveva forti legami con il governo degli Emirati arabi: e si era arrivati ad approvare una legge che impedisce il possesso di media nazionali a società in diretta relazione con governi stranieri. L’offerta era stata riconfezionata ridimensionando il ruolo del fondo in questione all’interno di un gruppo di investitori: ma nelle scorse settimane sono stati messi in discussione i legami con la Cina di un altro fondo coinvolto, e la redazione e la direzione erano tornati a contestare l’accordo previsto. Fino a che venerdì il fondo RedBird ha annunciato il proprio ritiro dall’accordo per l’acquisto.
Tutta la storia era stata riassunta nella sua newsletter dall’ex direttore del Financial Times Lionel Barber, che aveva trovato delle ipocrisie nella vicenda.
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