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  • Venerdì 29 marzo 2024

La società che ha la Formula 1 può comprarsi anche la MotoGP?

Secondo il Financial Times Liberty Media è vicina ad acquisire Dorna per 4 miliardi di dollari, ma ci sono in mezzo le leggi europee sulla concorrenza

I piloti alla partenza a Doha, in Qatar. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)
I piloti alla partenza a Doha, in Qatar. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)
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Mercoledì il Financial Times ha scritto di una possibile acquisizione di Dorna Sports, società spagnola che detiene di diritti della MotoGP, da parte di Liberty Media, la società statunitense che dal 2017 è proprietaria della Formula 1. L’operazione, che è descritta con solidità dal Financial Times, tra i più autorevoli quotidiani economici al mondo, riunirebbe sotto un’unica proprietà il campionato automobilistico più importante al mondo e il principale campionato di motociclismo. Secondo il quotidiano britannico, che cita fonti anonime vicine alla trattativa, Liberty Media offrirà 4 miliardi di dollari (circa 3,7 miliardi di euro) e l’annuncio dell’accordo potrebbe arrivare già la prossima settimana.

Il principale ostacolo all’operazione potrebbe però essere rappresentato dalle leggi sulla libera concorrenza dell’Unione Europea. La Commissione europea potrebbe infatti ritenere che, acquisendo Dorna Sports, Liberty Media assumerebbe una posizione eccessivamente dominante nel suo settore. Nel 2006 l’autorità antitrust dell’Unione Europea si oppose a una operazione simile, e in molti ritengono che il mercato non sia cambiato così radicalmente da giustificare una valutazione diversa.

Nel 2006 il fondo d’investimento lussemburghese CVC Capital Partners, che già controllava la maggioranza di Dorna e quindi della MotoGP, comprò oltre il 60 per cento delle azioni del gruppo Formula 1 dalla Bambino Holdings di Bernie Ecclestone e dalla Bayerische Landesbank, una banca tedesca. L’autorità antitrust dell’Unione Europea si oppose alla trattativa, stabilendo che per procedere con l’affare CVC dovesse cedere la MotoGP. La Commissione europea spiegò la sua decisione dicendo che la concentrazione dei diritti dei due sport motoristici più popolari nell’Unione nelle mani di un solo proprietario poteva causare «il rischio di aumenti di prezzo per i diritti televisivi degli eventi e una riduzione della possibilità di scelta del consumatore». CVC cedette quindi le sue quote di Dorna, che furono comprate dal fondo Bridgepoint Capital.

La categoria Moto3 in Qatar (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Secondo le fonti citate dal Financial Times, la questione delle leggi sulla libera concorrenza è stata analizzata da Liberty Media nelle fasi iniziali della trattativa: potrebbe avere ricevuto dai propri legali pareri rassicuranti che avrebbero convinto l’azienda a portare avanti la trattativa. L’esame da parte delle autorità europee non sarà comunque immediato e potrebbe essere necessario qualche mese per arrivare a un verdetto definitivo.

Dorna ha sede a Madrid e organizza 251 gare motoristiche l’anno, in 20 differenti paesi. Oltre alla MotoGP e alle categorie minori Moto2 e Moto3 organizza i campionati Superbike e di moto elettriche MotoE. Nel 2023 ha registrato un fatturato di 483 milioni di euro, contro i 3,2 miliardi della sola Formula 1. La proprietà di Dorna è per il 39 per cento del fondo d’investimento britannico Bridgepoint Capital, per il 31 per cento di quello canadese Canada Pension Plan Investment Board (CPPIB) e per il restante 20 per cento di attuali e passati dipendenti, fra cui è maggioritaria la quota di Carmelo Ezpeleta, amministratore delegato di Dorna e a capo della MotoGP negli ultimi 30 anni.

Carmelo Ezpeleta, amministratore delegato di Dorna (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Da alcuni mesi proprio alcune dichiarazioni di Ezpeleta e alcune operazioni finanziarie di Bridgepoint avevano fornito indizi su un’imminente cessione di Dorna. Il fondo d’investimento statale qatariota Qatar Sports Investments (che fra le altre cose possiede la squadra di calcio del Paris Saint-Germain) si era mostrato interessato all’acquisto e l’altro gruppo statunitense TKO, con interessi nello sport e nell’intrattenimento, avrebbe presentato un’offerta, che è stata rifiutata. La proposta di Liberty oltre ai 4 miliardi di dollari prevederebbe l’impegno a subentrare nei debiti pregressi della società.

Liberty Media è presieduta da John Malone, 83enne imprenditore dal patrimonio miliardario, che in passato ha operato nel campo delle telecomunicazioni e dei media. Da quando nel 2017 la società rilevò la Formula 1 per 8 miliardi di dollari (7,4 miliardi di euro) ha rivitalizzato, reso più popolare e aumentato i profitti del campionato automobilistico, che nel 2023 ha registrato circa 400 milioni di dollari di utili.

Liberty ha puntato sul mercato statunitense e su una forte presenza sui social network. Ha inoltre aumentato il bacino del pubblico dello sport grazie al successo della serie Netflix Drive to Survive, la cui produzione ha avuto un accesso senza precedenti a circuiti, piloti e direttori di scuderia. Sotto la gestione Liberty molte delle scuderie che partecipano al campionato hanno visto il loro valore crescere notevolmente, e nessuna è stata costretta ad abbandonare le corse per ragioni economiche, come accadeva di frequente in passato.

Il Gran Premio di Las Vegas dello scorso novembre (Photo by Mark Thompson/Getty Images)

I ricavi di Formula 1 e MotoGP sono generati dalla vendita dei diritti televisivi, dalle sponsorizzazioni, dai pagamenti dei circuiti che ospitano le corse, dal merchandising e dalla vendita a clienti corporate (aziendali) di spazi e accessi a zone dedicate dei circuiti. Per quel che riguarda la Formula 1 Liberty ha anche aumentato il numero delle corse, preferendo ad alcuni circuiti tradizionali nuove tappe cittadine, come quelle di Miami o Las Vegas, particolarmente redditizie da un punto di vista economico.