Snapchat e l’Internet “temporanea”

Come funziona – e cosa implica, per gli utenti – la popolare applicazione per mandarsi messaggi e foto che spariscono dopo pochi secondi, contesa a colpi di offerte miliardarie

Mai come nel 2013 abbiamo riflettuto sulla quantità di dati e informazioni su ciascuno di noi che nel corso degli anni hanno immagazzinato le grandi società di Internet. Ne eravamo consapevoli anche prima, ma soprattutto in seguito alle rivelazioni sui sistemi usati dalla National Security Agency statunitense per spiare le attività di centinaia di milioni di persone in giro per il mondo abbiamo iniziato a farci qualche domanda in più su che fine facciano le email, le foto e gli aggiornamenti sui social network quando li carichiamo online. Sappiamo meglio di prima che tutte queste cose vengono consegnate alla rete “per sempre” e che continueranno a esistere su qualche server, anche se faremo clic sull’icona di un cestino o su un tasto rosso con scritto sopra “Cancella”. E forse proprio per questo motivo, in molti iniziano a provare sollievo nell’avere a disposizione servizi e applicazioni che fanno l’esatto contrario: che rendono effimera e del tutto temporanea l’esistenza di qualcosa di nostro online.

Come spiega Farhad Manjoo sul Wall Street Journal, la cosa più rilevante in campo tecnologico nel 2013 è stata probabilmente Snapchat, un’applicazione basata su comunicazioni temporanee. In pochi anni ha ottenuto un successo considerevole, soprattutto negli Stati Uniti, attirando l’attenzione di alcune grandi società come Facebook e Google che si dice abbiano offerto diversi miliardi di dollari per acquisirla. Le offerte sono state fin qui rifiutate da quelli di Snapchat, che per ora sembrano essere solo interessati a migliorare e rendere ancora più diffusa la loro applicazione.

A cosa serve
Snapchat serve per inviarsi foto e video, con messaggi e disegni personalizzati, tra amici. I messaggi possono essere visualizzati per pochi secondi, poi spariscono e vengono cancellati anche dai server del servizio. “Snapchat” è la fusione dei termini inglesi “snap”, che significa “schiocco” e anche “scattare una foto”, e “chat”, “chiacchierata” e per estensione “conversazione sul Web”.

Come funziona
Snapchat può essere usata su iPhone e telefoni Android. Il suo utilizzo è molto intuitivo e ricorda quello delle classiche applicazioni per fare le fotografie con la fotocamera del proprio smartphone. Il grande tasto centrale in basso serve per fare una foto, se lo si preme una sola volta, o per girare un breve video, se lo si tiene premuto. Le immagini possono essere personalizzate inserendo successivamente una didascalia con un breve messaggio o un disegno, da realizzare disegnando direttamente sullo schermo con un dito.

L’applicazione mostra poi l’elenco dei propri contatti che utilizzano Snapchat tra i quali scegliere uno o più destinatari. Il mittente prima dell’invio decide per quanti secondi il destinatario potrà vedere il contenuto che gli sta inviando. Chi riceve il messaggio ha quindi a disposizione pochissimo tempo per visualizzare foto o video dal momento in cui apre il contenuto che ha ricevuto. Allo scadere del tempo il messaggio viene cancellato e non c’è modo di poterlo recuperare.

snapchat

Screenshot
Naturalmente ci sono diversi trucchi per memorizzare il messaggio ed evitare che non sia più visibile dopo la cancellazione. Nulla impedisce a chi lo ha ricevuto di fare uno screenshot col proprio smartphone di ciò che sta vedendo, per poterlo conservare nel proprio album di immagini. Per disincentivare questo comportamento, quelli di Snapchat hanno fatto in modo che per poter vedere il messaggio almeno un dito debba essere sempre mantenuto premuto sullo schermo del telefono, cosa che complica l’operazione di fare uno screenshot che di solito richiede la pressione di più tasti con due mani. Nel caso in cui sia effettuato uno screenshot, il mittente riceve una notifica in automatico. Nulla vieta comunque di fare una foto allo schermo con un’altra fotocamera mentre viene visualizzato il messaggio appena ricevuto. In questo caso, naturalmente, chi ha inviato il messaggio non riceve nessuna notifica.

Sexting
Soprattutto nel Nord America, dove il servizio è più diffuso, l’applicazione di Snapchat viene ciclicamente accusata di favorire il fenomeno del “sexting”, cioè l’invio di immagini a contenuto sessuale, soprattutto tra adolescenti. In realtà non ci sono molte prove sull’effettivo utilizzo di Snapchat per questo tipo di attività, cosa in parte dovuta al fatto che le immagini sono sì mostrate temporaneamente, ma con la possibilità comunque di salvarle facendo screenshot e foto allo schermo, come abbiamo visto. Secondo un’indagine di mercato condotta a inizio anno, in media i possessori di smartphone tendono a usare più gli SMS per il sexting rispetto ad applicazioni come Snapchat.

Storia
L’idea di realizzare Snapchat venne a Evan Spiegel e a Robert Murphy nella primavera del 2011, quando entrambi frequentavano la Stanford University (California, Stati Uniti). La prima versione dell’applicazione fu lanciata nel settembre dello stesso anno. I suoi ideatori erano convinti che un sistema per inviarsi messaggi che si autodistruggono potesse essere una buona idea per offrire un’alternativa ai sistemi esistenti fino ad allora, a partire da Facebook, realizzati per rendere permanente qualsiasi ricordo, compresa la foto più stupida del proprio amico brillo.

La maggior parte degli iscritti ai social network preferisce costruire una determinata immagine di sé e vive con un certo imbarazzo o fastidio la pubblicazione di contenuti da parte di altri che modificano il modo in cui si vogliono presentare. Sono poi frequenti i casi in cui vengono pubblicate immagini compromettenti o che possono essere equivocate. Per questo motivo Spiegel e Murphy pensarono a un’applicazione che rendesse tutto questo temporaneo e meno impegnativo.

In meno di un anno dal suo lancio, Snapchat raggiunse il suo primo importante risultato: un miliardo di foto condivise, una media di 20 milioni di immagini al giorno. L’idea stava funzionando e attirò diversi fondi di investimento. Grazie alle centinaia di migliaia di dollari ottenuti dai finanziamenti, Spiegel e Murphy ingrandirono la loro attività e potenziarono soprattutto la capacità del servizio, da tempo in sofferenza perché dotato di poche risorse per reggere le decine di milioni di persone che lo utilizzavano ogni giorno.

Successo
Snapchat nel 2013 è stata periodicamente nei primi posti delle classifiche sulle applicazioni più scaricate dall’App Store di Apple e da Google Play per Android. Circa l’80 per cento dei download è stato realizzato negli Stati Uniti, dove la società ha la sua principale base di utenti, anche se ultimamente ha iniziato a farsi conoscere anche all’estero.

A metà novembre il Wall Street Journal ha rivelato che Facebook aveva offerto a Snapchat circa 3 miliardi di dollari per la sua completa acquisizione, seguendo una strategia simile a quella adottata l’anno precedente per acquisire Instagram. La cosa non è andata in porto, nonostante il grande interesse di Facebook per questo tipo di servizio. Nel 2012 il social network aveva realizzato Poke, un’applicazione molto simile a Snapchat per inviarsi messaggi che si autodistruggono, ma che non ha mai ottenuto il successo sperato.

Dopo l’articolo del Wall Street Journal, il sito di tecnologia GigaOM ha rivelato che anche Google aveva dimostrato il proprio interesse per l’applicazione. In questo caso a Snapchat erano stati offerti 4 miliardi di dollari per l’acquisizione, ma i suoi proprietari preferirono declinare l’offerta.

Futuro
Come per molte startup, è ancora presto per dire se il successo di Snapchat continuerà a lungo o se tra pochi anni avremo smesso di sentirne parlare. La società ha ricevuto di recente nuovi investimenti per 50 milioni di dollari e i suoi fondatori sono molto attenti a migliorare la qualità del servizio, prima di pensare a eventuali cessioni. Di sicuro Snapchat ha avuto il merito di rendere considerabile, per la prima volta in modo così esteso e condiviso da molte persone, la possibilità che ci possano essere informazioni che carichiamo online a scadenza, destinate a scomparire pochi istanti dopo la loro visualizzazione.

Per gli appassionati dei ricordi potrebbe essere un incubo, ma ci sono molte persone che vivono queste soluzioni come una liberazione. Naturalmente nessuno sarà obbligato a scegliere tra il sistema dei dati permanenti e quello dei dati effimeri. Entrambi possono essere usati a seconda delle necessità, come un bel servizio di piatti di porcellana e un set di piatti di carta.