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  • Domenica 17 giugno 2012

Watergate, la cronologia

I sei anni dalla prima elezione di Richard Nixon a presidente alle sue dimissioni di fronte alla richiesta di impeachment

President Nixon, right, discusses improving conditions at a California state park as John D. Ehrlichman, Nixon's domestic affairs adviser, listens in this 1972 photo. Ehrlichman, who was imprisoned for 18 months for his part in the Watergate conspiracy, died Sunday of natural causes at the age of 73.(AP Photo/file)
President Nixon, right, discusses improving conditions at a California state park as John D. Ehrlichman, Nixon's domestic affairs adviser, listens in this 1972 photo. Ehrlichman, who was imprisoned for 18 months for his part in the Watergate conspiracy, died Sunday of natural causes at the age of 73.(AP Photo/file)

1968
5 novembre – Richard Nixon, ex vicepresidente Repubblicano che aveva perso le elezioni del 1960, vince contro Hubert Humphrey di un margine ridottissimo e diventa presidente degli Stati Uniti.

1970
23 luglio – Nixon approva un piano (lo Huston Plan, dal nome del proponente) che estende i poteri di raccolta di informazioni contro i pericoli interni da parte dell’FBI, della CIA e delle altre agenzie di sicurezza, e permette tattiche di sorveglianza piuttosto spregiudicate e illegali. L’opposizione del ministro della Giustizia e del capo dell’FBI fa poi accantonare il piano ma alcune sue pratiche verranno comunque avviate.

1971
13 giugno – Il New York Times inizia la pubblicazione dei Pentagon Papers, documenti riservati sulla guerra in Vietnam, seguito dal Washington Post.

3 settembre – La squadra degli “idraulici” creata dalla Casa Bianca (e chiamati così per il compito di evitare le “fuoriuscite” di informazioni riservate) entra con scasso nell’ufficio di uno psichiatra per trovare informazioni sull’analista Daniel Ellsberg che aveva dato ai giornali i Pentagon papers.

1972
17 giugno – Cinque uomini sono arrestati alle due e mezza del mattino per essersi introdotti illecitamente negli uffici del Comitato elettorale Democratico all’hotel Watergate a Washington. Uno di loro dice di avere collaborato in passato con la CIA.

19 giugno – Il Washington Post riporta che un altro degli arrestati è un addetto alla siurezza che lavora per il Partito Repubblicano. John Mitchell, il capo della campagna elettorale di Nixon nega ogni rapporto con quel che è avvenuto al Watergate.

1 agosto – Un assegno di 25 mila dollari proveniente dalla campagna elettorale di Nixon viene scoperto nel conto bancario di uno degli arrestati.

29 settembre – Il Washington Post racconta che John Mitchell, da ministro della Giustizia, controllava un fondo segreto del partito Repubblicano per gestire operazioni di sorveglianza contro il partito Democratico.

10 ottobre – L’FBI attribuisce alla campagna elettorale per Nixon l’effrazione al Watergate, all’interno di un progetto di sabotaggio più ampio.

7 novembre – Nixon vince le elezioni con ampio margine battendo George McGovern.

1973
30 gennaio – Gli ex collaboratori di Nixon Gordon Liddy e James McCord sono condannati per cospirazione, scasso e intercettazioni illegali rispetto al caso Watergate. Altri cinque imputati sono condannati.

30 aprile – Due importanti responsabili della Casa Bianca, H.R. Haldeman e John Ehrlichman, e il ministro della Giustizia Richard Kleindienst si dimettono in seguito allo scandalo Watergate.

18 maggio – Cominciano le audizioni della commisione del Senato sul Watergate, trasmesse in tv.

3 giugno – L’ex consigliere della Casa Bianca John Dean dichiara nel corso delle indagini di aver discusso dell’insabbiamento del watergate col presidente Nixon almeno 35 volte.

13 giugno – Gli investigatori trovano un appunto indirizzato a John Ehrlichman che descrive i dettagli dell’operazione contro lo psichiatra di Daniel Ellsberg.

13 luglio – Alexander Butterfield, ex assistente del presidente, rivela alla commissione del Congresso che dal 1971 Nixon ha registrato tutte le conversazioni telefoniche e non nel suo ufficio.

18 luglio – Nixon fa sapere di aver disattivato ogni sistema di registrazione all’interno della Casa Bianca.

23 luglio – Nixon rifiuta di consegnare le registrazioni della Casa Bianca alla commissione del Senato.

20 ottobre – Prende il nome di “Massacro del sabato sera”: Nixon licenzia il procuratore speciale del Watergate Archibald Cox e abolisce il suo ruolo. Si dimettono il procuratore generale Elliott Richardson e il suo vice William D. Ruckelshaus. Comincia a montare la campagna per l’impeachment del presidente.

17 novembre – Nixon si ripete innocente, e dichiara “Non sono un delinquente” (“I’m not a crook”).

21 novembre – Si apre la questione dei “18 minuti e mezzo“, una parte di registrazioni mancanti al lotto di quelle che la commissione ha chiesto alla Casa Bianca di consegnare. Tra le diverse acrobatiche spiegazioni di quella parte cancellata, la segretaria di Nixon spiega di aver sbadatamente premuto un tasto di registrazione mentre rispondeva a una telefonata.

1974
30 aprile – La Casa Bianca consegna alla Commissione della Camera 1200 pagine di trascrizioni “editate” dei nastri.

24 luglio – La Corte Suprema decide all’unanimità che i nastri di 64 conversazioni registrate devono essere consegnati, respingendo le richieste del presidente Nixon.

27 luglio – La commissione della Camera approva la prima di tre richieste di impeachment, per ostruzione della giustizia.

8 agosto – Richard Nixon si dimette, il primo presidente a farlo nella storia americana. Lo sostituisce il vice presidente Gerald Ford, che poi lo grazierà per ogni accusa sul Watergate.