Cosa succede coi taxi

Un emendamento di Pd e Pdl (ora "condiviso dal governo") restituirà ai comuni il potere di regolare le licenze, che la bozza del governo sulle liberalizzazioni aveva affidato a un'Autorità

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
23-01-2012 Roma
Interni
Sciopero Taxi - Assemblea al Circo Massimo
Nella foto Un momento dell'assemblea

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
23-01-2012 Rome
Taxi drivers strike
In the photo A moment of the assembly at Circo Massimo
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 23-01-2012 Roma Interni Sciopero Taxi - Assemblea al Circo Massimo Nella foto Un momento dell'assemblea Photo Roberto Monaldo / LaPresse 23-01-2012 Rome Taxi drivers strike In the photo A moment of the assembly at Circo Massimo

Questa sera, la Decima commissione industria, commercio e turismo del Senato discuterà un emendamento presentato da Filippo Bubbico (Partito democratico) e da Simona Vicari (Popolo della libertà) sull’istituzione di un’Autorità dei trasporti e sulla liberalizzazione del settore taxi. Filippo Bubbico ha anticipato: «Abbiamo risolto la questione-taxi con un emendamento condiviso con il Governo attraverso cui i Comuni potranno intervenire direttamente gestendo un processo di modernizzazione che va fatto. L’emendamento istituisce da subito l’Autorità dei trasporti che avrà anche il compito di valutare le ipotesi di riorganizzazione del settore taxi».

Cosa cambierà
Se l’emendamento avrà il via libera saranno i comuni e le regioni a decidere un eventuale incremento delle licenze dei taxi «previa acquisizione di preventivo parere obbligatorio e non vincolante da parte dell’Autorità dei trasporti» che dovrebbe essere costituita entro il 31 maggio 2012.

Verrà così in parte modificato l’articolo 36 del decreto sulle liberalizzazioni che, in attesa della costituzione della nuova Autorità per i trasporti, affidava all’Autorità per energia elettrica e gas il compito di aumentare le licenze: proprio per superare il ruolo dei sindaci, più sensibili alle pressioni dei tassisti per limitare questo aumento.

Nel testo dell’emendamento si legge anche che l’Autorità dovrà monitorare e verificare la corrispondenza dell’offerta del servizio taxi, delle tariffe e della qualità delle prestazioni alle esigenze effettive dei diversi comuni. E nel caso in cui i comuni si discostino dal parere dell’Autorità, quest’ultima potrà ricorrere al Tar del Lazio.

Per i taxi dovrebbe inoltre essere consentito l’esercizio dell’attività anche al di fuori dei comuni che hanno rilasciato la licenza, dopo un accordo tra i sindaci dei comuni interessati (cosa che avviene già in diversi comuni, soprattutto al Nord).

Nell’emendamento si prevede una «maggiore libertà» con l’introduzione di nuovi servizi come il taxi ad uso collettivo, una sorta di taxi-bus che potrebbe essere utilizzato su determinati percorsi cittadini: per accompagnare i bambini di un quartiere a scuola, collegare zone periferiche con il centro, portare le persone allo stadio. Una maggior libertà sarà riconosciuta anche sulle tariffe (fermo restando il tetto massimo) con una «corretta e trasparente pubblicizzazione a tutela dei consumatori».

Le reazioni
Per le associazioni dei consumatori che aderiscono a Casper (Comitato contro le speculazioni e per il risparmio che riunisce Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori) «si tratta dell’ennesima sconfitta per il governo Monti, nuovamente battuto dalla lobby dei tassisti. Una liberalizzazione dei taxi come quella che si starebbe profilando, con una Autorità dei trasporti di fatto inutile e che non può decidere un bel nulla, e il potere di stabilire licenze e tariffe in capo ai sindaci, di fatto annulla qualsiasi beneficio in favore degli utenti. In sostanza se passerà l’emendamento che ammorbidisce le liberalizzazioni nel settore taxi, non ci sarà alcun cambiamento rispetto alla situazione attuale: le licenze non aumenteranno, le tariffe continueranno ad essere le più alte del mondo, e lo strapotere della lobby dei tassisti aumenterà, a tutto danno dei consumatori fruitori del servizio». E il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ha detto: «È un mese e mezzo che sostengo che il governo non può essere forte con i deboli e debole con i forti».

Guida alle liberalizzazioni