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  • Martedì 13 dicembre 2011

Occupy Wall Street nei porti degli Stati Uniti

Nonostante le critiche dei sindacati le manifestazioni ci sono state e hanno portato al blocco parziale di alcuni porti

LONG BEACH, CA – DECEMBER 12: Protestors stand off with police after blocking the road leading to SSA Marine, a shipping company that is partially owned by investment bank Goldman Sachs at the Port of Long Beach on December 12, 2011 in Long Beach, California. Following a general strike coordinated by Occupy Oakland that closed the Oakland port on November 2 hundreds are expected to try and shut down all West Coast ports as Occupy movements in Los Angeles, San Diego, Oakland, Portland, Seattle and Tacoma have joined the demonstration. (Photo by Kevork Djansezian/Getty Images)

LONG BEACH, CA – DECEMBER 12: Protestors stand off with police after blocking the road leading to SSA Marine, a shipping company that is partially owned by investment bank Goldman Sachs at the Port of Long Beach on December 12, 2011 in Long Beach, California. Following a general strike coordinated by Occupy Oakland that closed the Oakland port on November 2 hundreds are expected to try and shut down all West Coast ports as Occupy movements in Los Angeles, San Diego, Oakland, Portland, Seattle and Tacoma have joined the demonstration. (Photo by Kevork Djansezian/Getty Images)

Il movimento Occuy Wall Street ha bloccato nella giornata di ieri i porti della costa ovest degli Stati Uniti, come lo scorso 2 novembre a Oakland. I manifestanti avevano dichiarato di voler solidarizzare con i lavoratori portuali della zona messi in particolare difficoltà dalla crisi economica a causa dei salari molto bassi. I sindacati dei lavoratori, subito dopo l’annuncio delle manifestazioni, avevano però dichiarato di non voler aderire e avevano criticato l’iniziativa sostenendo che sarebbe stata dannosa: bloccare i porti avrebbe significato la rinuncia a una giornata di stipendio e l’indebolimento del potere contrattuale nelle trattative future.

Nonostante la posizione e le dichiarazioni dei sindacati dei lavoratori portuali le proteste si sono svolte fin dalle prime ore del mattino in varie città americane. I manifestanti di Occupy Wall Street hanno provocato la chiusura parziale di porti in California, Oregon e Washington. A Oakland, in California, le società per le spedizioni hanno mandato a casa circa 150 dipendenti. A Longview, Washington, ai lavoratori è stato chiesto di allontanarsi dal porto per la loro «salute e sicurezza» e per non rischiare di rimanere coinvolti negli scontri. A Portland, nell’Oregon, 300 manifestanti hanno bloccato le operazioni di due terminal.

Secondo il movimento di Occupy Wall Street i porti americani sono diventati i «motori economici delle élites». Le proteste di ieri prendevano di mira soprattutto due grandi società della “West Coast”: la SSA Marine, una compagnia di navigazione che è parzialmente di proprietà della banca di investimenti Goldman Sachs e l’esportatore di cereali Egt accusato di pratiche antisindacali.

Nel frattempo circa duecento persone a New York hanno protestato a sostegno dei compagni sulle città della costa. Facendo riferimento a un articolo uscito su Rolling Stone scritto da Matt Taibbi che definiva Goldman Sachs «un grande calamaro vampiro» i manifestanti si sono travestiti da calamari e nei loro slogan, hanno chiesto davanti alla sede della banca il pagamento di più tasse proprio da parte di chi viene considerato uno dei maggiori responsabili della crisi economica. Sono state arrestate 17 persone.