A’ Franzen, facce ride’!

Anche il pubblico dei festival letterari si vuole divertire, a quanto riferisce la cronaca di un incontro romano di ieri

Difficile non prendere le parti del bravo romanziere Alessandro Piperno, dopo aver letto su Repubblica la cronaca di Elena Stancanelli dell’incontro di ieri all’Auditorium di Roma con lo scrittore-celebrity americana  Jonathan Franzen: poi chissà come è andata esattamente. C’era qualcuno dei lettori del Post?

Noi ci annoiavamo. Moltissimo. E annoiandoci, pensavo l´altra sera durante l´incontro con Jonathan Franzen (all’Auditorium di Roma), capivamo molte cose. Perché la noia, come scrive Leopardi, è la «semplice vita sentita, provata, conosciuta, pienamente presente all´individuo e occupantelo». La noia siamo noi. Praticarla senza timore, senza angoscia, significa far pace con la nostra miseria. Perché mai, mi chiedevo, attribuiamo valore salvifico alla meditazione, a una pratica che consiste nello stare ore seduti sui ginocchi bramando il vuoto, e non riconosciamo più il senso della nostrana e antica noia? Lo pensavo l’altra sera, per colpa di uno scalpitìo, un’insofferenza che si percepiva in platea fin dalle prime battute. Era successo che per presentare lo scrittore americano super star, e dialogare con lui, era stato chiamato uno scrittore italiano, Alessandro Piperno. Più diversi, persino nell´aspetto, i due non potevano essere. Da una parte Franzen, in jeans e camicia, il maschio occidentale forever young capace di lunghe passeggiate nei boschi e grande cordialità, dall´altra lo scrittore introverso in abiti di sartoria, amante della letteratura francese, perfettamente a suo agio in biblioteca e nella aule universitarie, ma di certo poco attratto dalla natura e i suoi sentieri. L’incontro (bell´anticipo del festival “Libri Come”) poteva essere affascinante. Bastava avere un po´ di pazienza. E invece non ne abbiamo avuta. E appena Piperno si è allungato un po’, ha cincischiato con eleganza, fuori dai tempi-fast a cui la tv ci ha abituato, azzardandosi a parlare di letteratura senza darci in pasto al volo lo scrittore figo, il pubblico si è ribellato.

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