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  • Martedì 15 giugno 2010

Allora, capiamo un po’ cos’è successo

Il verdetto dei fanatici della tattica di Zonal Marking sul pareggio tra Italia e Paraguay

Gol del difensore paraguayano Alcaraz e gol del romanista De Rossi. In mezzo, un infortunio di Buffon. È più o meno questo quel che è successo ieri, durante la prima partita dei mondiali sudafricani dell’Italia contro il Paraguay finita 1 a 1. Risultato che ci posiziona al pari delle altre squadre del nostro girone, dopo l’inatteso pareggio per 1 a 1 che la Nuova Zelanda è riuscita a strappare alla Slovacchia.

I maniaci della tattica calcistica di Zonal Marking hanno analizzato nel dettaglio la partita di ieri. La sintesi del verdetto è: “L’Italia domina, ma fatica a creare”.

La difesa alta
La sorpresa maggiore, secondo Zonal Marking, è stata la difesa alta dell’Italia. Ci si aspettava un’Italia più bassa, soprattutto a causa della scarsa condizione di Cannavaro durante il campionato. Ma il capitano ha mostrato una forma decisamente migliore rispetto agli scorsi mesi, e questo ha permesso alla difesa di giocare più alta, con una maggior mobilità e la possibilità di far ripartire direttamente il gioco palla a terra, avanzando verso il centrocampo.

La mancanza d’ispirazione
Entrambe le squadre hanno pressato molto a centrocampo, ma nessuna delle due è riuscita a creare molte palle gol. Per quanto riguarda l’Italia, se Montolivo ha giocato una buona partita — servendo passaggi intelligenti e muovendosi bene — Marchisio non è quasi mai stato in partita. Ha vagato tra il centrocampo e Gilardino, senza trovare né una collocazione né spunti all’altezza di quello che dovrebbe essere il fantasista della squadra.

I movimenti di Gilardino, unico attaccante, sono stati buoni, ma a causa della poca mobilità di Iaquinta e dell’eccessivo decentramento di Pepe nessuno è riuscito a sfruttare gli spazi creati dall’attaccante della Fiorentina. Pepe è sembrato il miglior sbocco in attacco dell’Italia, ma non è mai riuscito ad arrivare a una conclusione decente.

4-4-2 meglio del 4-2-3-1
Se l’Italia ha dominato per tutta la partita, è riuscita a farlo ancor di più — e con più brillantezza — da metà del secondo tempo in poi, quando Lippi ha trasformato la formazione dal 4-2-3-1 iniziale al 4-4-2 finale, con l’entrata di Camoranesi al posto di Marchisio, e il conseguente accentramento in attacco di Iaquinta al fianco di Gilardino. Questo ha portato alla crescita di Montolivo, che senza il tappo di Marchisio è stato più libero di avanzare e creare gioco, e a quelli di De Rossi, anch’egli meno bloccato davanti alla difesa; la formazione a due attaccanti più due ali offensive ha tenuto maggiormente in apprensione il Paraguay, che ha perso l’uomo in più che aveva prima in difesa. Verso la fine della partita, l’allenatore Martino ha riparato su un 5-3-2, proprio nel tentativo di riportare la difesa in superiorità numerica.

La Nuova Zelanda
Con il probabile ritorno di Pirlo, Lippi dovrà prendere delle decisioni per la partita di domenica contro la Nuova Zelanda: è molto probabile che possa prendere il posto di Marchisio, magari con Montolivo davanti e il centrocampista del Milan dietro. Anche se l’Italia è sembrata superiore con il 4-4-2, non è però detto che questa possa essere la scelta giusta per rompere la difesa a tre centrali della Nuova Zelanda.