domenica 4 Dicembre 2022

Sulle “marchette”

Il Fatto di lunedì scorso ha dedicato due pagine alle “pubblicità occulte” ospitate dai maggiori quotidiani, di cui Charlie ha riferito spesso in questi anni. Gli articoli del Fatto citano alcuni esempi, facendo un po’ di confusione tra formati e scelte diverse: “native advertising” e “branded content” sono contenuti pubblicitari che sono discussi e criticati da alcuni, ma che prevedono una trasparenza verso i lettori e delle informazioni che mostrino che si tratta di articoli concordati con gli inserzionisti (come fa il Post indicandoli come “articoli sponsorizzati“, per esempio). Diversi sono i casi descritti dall’articolo in cui ai lettori vengono offerti articoli indistinguibili da quelli originati da criteri giornalistici e autonomi da parte della redazione, e che invece devono la loro pubblicazione a una relazione con un’azienda interessata. Quelli che vengono comunemente chiamati ” marchette “, con espressione di origine volgare ma ormai piuttosto comune.

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