domenica 11 Maggio 2025

I quotidiani a marzo

Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di marzo 2025.
I dati sono la diffusione media giornaliera*. Tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa.

Corriere della Sera 161.100 (-5%)
Repubblica 84.733 (-8%)
Stampa 57.410 (-11%)

Sole 24 Ore 50.111 (-8%)
Resto del Carlino 45.804 (-11%)
Messaggero 40.285 (-10%)
Gazzettino 30.700 (-8%)
Nazione 30.121 (-11%)
Fatto 25.286 (-6%)
Dolomiten 25.074 (-9%)
Giornale 24.575 (-8%)
Messaggero Veneto 22.046 (-8%)
Unione Sarda 20.586 (-8%)
Verità 19.824 (-9%)
Eco di Bergamo 18.858 (-12%)
Secolo XIX 18.559 (-8%)
Altri giornali nazionali:
Libero 17.104 (-7%)
Manifesto 14.009 (+8%)
Avvenire 13.957 (-7%)
ItaliaOggi 5.349 (+0%)

(il Foglio Domani non sono certificati da ADS).

La media dei cali percentuali anno su anno delle prime dieci testate a marzo è dell’8,7%. Rispetto a questo dato continua ad andare meglio – ormai stabilmente da alcuni anni – il Corriere della Sera, ma questo mese anche il Fatto, e pure Repubblica e il Sole 24 Ore vanno qualche decimale meglio della media I due quotidiani maggiori avevano approfittato a marzo di diversi allegati speciali (era stato il mese del “Manifesto di Ventotene” su Repubblica, e della manifestazione romana promossa dal giornale: e anche del suo “restyling” grafico). Alcune testate – non tutte – vanno persino meglio del mese precedente, che però aveva tre giorni in meno. Il Manifesto – che continua ad andare bene, soprattutto con gli abbonamenti digitali – da due mesi ha superato Avvenire. È di nuovo non negativo anche il dato del quotidiano milanese ItaliaOggi, dopo molti mesi di grosso declino.

Se guardiamo i soli abbonamenti alle edizioni digitali – che dovrebbero essere “la direzione del futuro”, non essendolo ancora del presente – l’ordine delle testate è questo (sono qui esclusi gli abbonamenti venduti a meno del 30% del prezzo ufficiale, che per molte testate raggiungono numeri equivalenti o persino maggiori: il Corriere ne dichiara più di 41mila, il Sole 24 Ore più di 33mila, il Fatto più di 28mila, Repubblica 14mila). Le percentuali sono la variazione rispetto a un anno fa, ma questo mese aggiungiamo tra parentesi anche le variazioni degli abbonamenti superscontati di cui abbiamo detto.
Corriere della Sera 47.417 +1,1% (+9,4%)
Sole 24 Ore 21.802 -4,5% (-0,6%)
Repubblica 21.405 -2,5% (-6,3%)
Manifesto 7.160 +7,4%
Stampa 6.734 -6,1% (+7,2%)
Fatto 6.251 -0,7% (+15,5%)
Gazzettino 6.289 -9,1% (+18,6%)
Messaggero 5.717 -8,9% (+10,1%)

Come si vede, con l’eccezione del Manifesto e in una esigua misura del Corriere della Sera, le variazioni annuali sono persino negative. Compensate in quote diverse dalle crescite degli abbonamenti molto scontati: il cui valore è impossibile da sintetizzare, data la varietà delle promozioni e degli sconti. Ci sono in questo dato abbonamenti pagati anche 150 euro come altri in offerte a pochi euro.
Si conferma la tendenza a investire sulla crescita nel numero degli abbonamenti di valore limitato, che generano ricavi contenuti.
Ricordiamo che si parla qui degli abbonamenti alle copie digitali dei quotidiani, non di quelli – solitamente molto più economici – ai contenuti dei loro siti web.

(AvvenireManifestoLibero, Dolomiten ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, i quali costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti)

Come ogni mese, quelli che selezioniamo e aggreghiamo, tra le varie voci, sono i dati più significativi e più paragonabili, piuttosto che la generica “diffusione” totale: quindi escludiamo i dati sulle copie distribuite gratuitamente, su quelle vendute a un prezzo scontato oltre il 70% e su quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera). Il dato è così meno “dopato” e più indicativo della scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (anche se questi dati possono comunque comprendere le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che ADS non indica come distinte).

Quanto invece al risultato totale della “diffusione”, ricordiamo che è un dato (fornito anche questo dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.

Il totale di questi numeri di diversa natura dà delle cifre complessive di valore un po’ grossolano, e usate soprattutto come promozione presso gli inserzionisti pubblicitari.

Charlie è la newsletter del Post sui giornali e sull'informazione, puoi riceverla gratuitamente ogni domenica mattina iscrivendoti qui.