domenica 27 Marzo 2022

Fine del giro per BuzzFeed News

La storia della settimana nelle grandi testate giornalistiche dell’Occidente è la crisi di BuzzFeed News , che si è manifestata con l’annuncio di una consistente riduzione del numero dei giornalisti nelle sue sezioni più importanti. BuzzFeed ricordiamo , è il sito di “contenuti virali” di più spettacolare successo in questi due decenni di rivoluzioni digitali nel mondo dei media: successo che ha avuto una tale misura in termini di ricavi pubblicitari legati alla grande mole di traffico che BuzzFeed ha saputo sviluppare, da permettere al sito di creare – nel 2011 – una testata più tradizionalmente giornalistica, BuzzFeed News , capace di entrare in competizione con le grandi testate americane tradizionali, per qualità, inchieste, capacità di attrazione di giornalisti importanti, e di vincere persino un premio Pulitzer. Nell’importante, stracitato e ammirato libro di Jill Abramson (ex direttrice del New York Times , in Italia pubblicato da Sellerio), le quattro testate protagoniste del racconto tra il vecchio e il nuovo sono New York TimesWashington PostBuzzFeed Vice .

Nel frattempo però il modello di business legato alla pubblicità e a grandi numeri di pagine viste è andato in crisi, e BuzzFeed sta tentando da alcuni anni di raddrizzarlo: quello che sta succedendo ora, insomma, è che il progetto BuzzFeed News era stata una specie di foglia-di-fico/ vanity-project di un’azienda che andava forte e che poteva permetterselo, senza preoccuparsi delle sue perdite e della sua sostenibilità perché tanto i soldi arrivavano da un’altra parte. Ora che arrivano molto meno, e gli azionisti sono preoccupati (BuzzFeed si è nel frattempo quotata in borsa, con risultati molto deludenti), tra gli altri interventi si è deciso di tagliare sul giornalismo, che non gode di buone prospettive di profitti: per ora con incentivi all’uscita a più di un terzo dei giornalisti nelle sezioni di inchieste, politica e scienza, e due importanti responsabili che se ne sono andati; ma il resto della redazione teme riduzioni ancora maggiori e soprattutto percepisce che ci sia un ridimensionamento delle ambizioni, quindi sono in corso vivaci proteste e polemiche.

Charlie è la newsletter del Post sui giornali e sull'informazione, puoi riceverla gratuitamente ogni domenica mattina iscrivendoti qui.