X ha ancora un grosso problema di spam a sfondo sessuale

Sotto a tweet insospettabili è normale imbattersi in profili automatizzati che indirizzano verso siti di dubbia affidabilità

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Quando nell’ottobre del 2022 l’imprenditore Elon Musk acquistò X, il social network che allora si chiamava Twitter e che quasi tutti continuano a chiamare così, disse che una delle sue priorità era liberare la piattaforma dai bot, ovvero i profili automatizzati che simulano il comportamento dei profili umani. In particolare Musk voleva eliminare i bot creati per fare spam, ovvero per convincere gli utenti a cliccare su siti loschi e poco affidabili, spesso nel tentativo di truffarli. Un anno e mezzo dopo, però, su X continuano a circolare tantissimi bot: quelli a sfondo sessuale sono particolarmente insistenti e visibili.

Dall’inizio dell’anno si è diffusa in particolare una tattica seguita da centinaia di profili, che quasi sempre sono stati creati nel dicembre del 2023, hanno come username un nome comune di donna e una serie di numeri (come @maria3476, per capirci), e usano come foto profilo immagini di donne prosperose, un po’ sgranate: tutti indizi che fanno sospettare fortemente che si tratti di profili finti, creati a scopo di spam. Queste finte donne rispondono in massa a migliaia di tweet a caso, apparentemente senza un filo logico, anche se quasi sempre in inglese. Dicono sempre la stessa cosa: una variante di «░M░Y░P░ U░S░S░ Y░I░ N░B░I░O ░», «TITS IN BIO», «hot links in bio» («la mia figa in bio», «tette in bio», «link hot in bio»).

La “bio” in questione è la sezione biografia, ovvero la parte del profilo sui social network in cui l’utente può scrivere qualche frase in più su chi è e cosa fa. Negli ultimi anni, in risposta ai tentativi delle piattaforme di trattenere gli utenti nel proprio spazio digitale, disincentivando il loro spostamento anche solo temporaneo su altri siti, tantissime persone hanno cominciato a inserire “nella bio” un link che porti altrove. Sempre più spesso, questo “altrove” è una landing page (“pagina di atterraggio”) che include una lunga serie di link: è uno stratagemma particolarmente comune per gli artisti, i giornali che vogliono indirizzare il pubblico verso molti articoli diversi ma anche la gente che pubblica i propri video o foto di nudo su piattaforme come OnlyFans.

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Non è quindi strano che una persona in carne e ossa che nella vita guadagna soldi pubblicando contenuti a sfondo sessuale su OnlyFans indirizzi qualcuno verso “la bio”, anche perché le piattaforme social che permettono la condivisione diretta di questi contenuti sono sempre meno. Quello che è strano è che i vari «░M░Y░P░ U░S░S░ Y░I░ N░B░I░O ░» appaiono dal nulla sotto ai tweet più disparati, anche in modo inopportuno: si possono trovare sotto video di animali così come sotto a tweet che contengono confessioni intime sul proprio stato di salute psicologica.

Il fenomeno è talmente straniante e pervasivo che da febbraio hanno cominciato a comparire molti meme che lo prendono in giro, il che rende peraltro più difficile al team di moderazione dei contenuti di  X – già molto ridotto dopo l’acquisizione di Musk – il lavoro di repressione dei bot, i cui tweet si nascondono tra migliaia di altri che usano la dicitura «░M░Y░P░ U░S░S░ Y░I░ N░B░I░O ░» per scherzo. Il lavoro è reso ancora più complesso dagli strani caratteri speciali che questi bot inseriscono tra una lettera e l’altra nei propri tweet, che secondo gli esperti servono ad aggirare, o quanto meno a rallentare, i sistemi automatizzati di riconoscimento dello spam di X.

«Chiunque abbia un minimo di alfabetizzazione digitale si rende ovviamente conto di essere di fronte a spam fatto maluccio. Internet ospita già una quantità illimitata di pornografia, e non c’è bisogno di ricorrere a un link losco fornito da Nomeproprio Seriedinumeri per trovarla», ha scritto il giornalista Miles Klee su Rolling Stone. «Eppure chiunque gestisca questi bot deve ottenere un certo successo, perché per ogni profilo cancellato ne spunta uno di nuovo». Per la rivista New York, invece, John Herrman ha concluso che questi bot hanno attirato particolarmente l’attenzione perché capita di rado che uno specifico tipo di spam duri così a lungo (ormai quasi tre mesi) pur essendo così visibile, e ha provato a capire cosa succede a chi decide a cliccare sui link che si trovano nella descrizione dei loro profili.

È partito dal profilo di “Kimberly Edwards”, nome utente @KimberlyEd74324, uno dei profili che avevano lasciato una scritta «nudes in bio» sotto a vari tweet che parlavano, tra le altre cose, di Taylor Swift e di Israele. Poi ha cliccato sul primo link che ha trovato, che portava a un sito chiamato Xkos, che a sua volta portava immediatamente a un altro sito, Meetdats, su cui si possono trovare finti profili di OnlyFans, finti giochi porno, finti video di TikTok con la dicitura “TitsTok” (“TetteTok”). «Questo sito chiede ai visitatori di iscriversi, promettendo loro che in cambio otterranno l’accesso a video live, foto di nudo o persone single con cui chattare», dice Herrman. «Tra le domande che ti fanno durante il processo di iscrizione ci sono cose normali (quanti anni hai?) e altre più ammiccanti (queste donne vogliono solo farsi una scopata veloce, non vogliono uscire con te. Ti va bene questa cosa?) prima di portarti all’ultimo sito».

Il sito in questione si chiama Provocative Neighbors (PN), e permette alle persone che si iscrivono, in cambio di una piccola somma, la possibilità di chattare con «utenti single» che «vivono molto vicino a loro». Herrman spiega che PN è molto onesto con chi decide di leggere le sue condizioni di servizio: in quella sezione, spesso ignorata da chi si iscrive a qualsiasi tipo di sito, si legge che PN «è un servizio di intrattenimento basato sulla fantasia», che gli utenti finiranno per parlare con operatori che animano dei personaggi inesistenti e che tutti gli utenti, al momento dell’iscrizione, «accettano i pericoli che accompagnano l’interazione con gli operatori attraverso il nostro servizio». Tra i possibili rischi c’è quello di rivelare troppe informazioni personali – come il proprio numero di telefono o i dati delle proprie carte di credito – all’operatore in un momento di intimità e finire vittima di una truffa o di un furto d’identità.

Siti come PN esistono da almeno un decennio: per trovarli basta cliccare una qualsiasi pubblicità tra quelle che appaiono su siti di pornografia come Pornhub o xHamster. Secondo SocialManipulator, un esperto di marketing per adulti intervistato da Herrman sotto promessa di anonimato, «Twitter è un mercato enorme, uno dei più importanti per quanto riguarda la conversione degli utenti paganti», ovvero l’atto di convincere qualcuno a pagare per il servizio che offri. Quello che Herrman non è riuscito a scoprire, però, è se dietro all’ondata di ░M░Y░P░U░S░S░Y░I░N░B░I░O░ su X ci sia una sola azienda che ha investito in un programma che genera un grande numero di bot scadenti, o un gruppo più ampio di operatori di siti come Provocative Neighbors, intenzionati ad attirare quante più persone verso i propri servizi per ottenere una percentuale dei guadagni.

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Dmitry, un altro esperto di marketing per adulti intervistato da New York, ha però detto a Herrman che quella dei bot che promettono di mostrare le proprie foto di nudo nella bio non è il principale tipo di spam a tema sessuale che si trova oggi su X, anche se è quello a cui più persone sembrano prestare attenzione. È invece più ampio il fenomeno delle modelle di OnlyFans che esistono veramente e hanno dei profili su X in cui mostrano qualche foto e video promettendo di chiacchierare e fare amicizia con gli utenti che si iscriveranno, a pagamento, al loro profilo su OnlyFans, ma che in realtà lasciano gestire la propria comunicazione con i follower al personale di grosse agenzie create appositamente a questo scopo. Identificare quali modelle gestiscono direttamente il proprio profilo e quali usano le agenzie non rientra però tanto tra le responsabilità di X quanto tra quelle di OnlyFans.