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  • Venerdì 13 agosto 2021

I talebani hanno conquistato anche Herat e Kandahar

Ora al governo afghano rimangono solo quattro grandi città, tra cui Kabul, ma la sconfitta totale sembra solo questione di tempo

Milizie fedeli a Ismail Khan a Herat (AP Photo/Hamed Sarfarazi, File)
Milizie fedeli a Ismail Khan a Herat (AP Photo/Hamed Sarfarazi, File)

Giovedì i talebani hanno ottenuto altre importanti vittorie in Afghanistan, conquistando le due principali città nell’ovest e nel sud del paese: Herat, un importante centro economico e culturale, e Kandahar, città centrale per l’economia del sud. Rimangono quindi solo quattro grandi città sotto il controllo del governo centrale, due delle quali sono già sotto assedio. I talebani potrebbero quindi completare nel giro di poche settimane la riconquista completa dell’Afghanistan, dopo che il loro regime era stato rovesciato dall’intervento militare americano vent’anni fa, dando inizio alla guerra più lunga mai combattuta dagli Stati Uniti.

In rosso le aree controllate dai talebani, in arancione scuro quelle con un alto rischio di finire sotto il controllo dei talebani, in arancione chiaro quelle con un rischio moderato, in giallo quelle con un rischio basso, almeno a oggi (mappa di Long War Journal)

Le vittorie dei talebani a Herat e Kandahar non solo hanno permesso ai talebani di completare la conquista del sud e dell’est dell’Afghanistan, ma hanno anche mostrato l’estrema debolezza delle forze di sicurezza afghane.

A difesa delle due città, considerate importanti dal governo centrale, erano infatti stati mandati molti soldati, più che in altre aree finite sotto il controllo dei talebani. Durante le battaglie che si sono combattute nelle ultime settimane, le forze di sicurezza sono però sembrate vicine al collasso: molti soldati e poliziotti hanno disertato, abbandonando le loro postazioni, mentre altri si sono uniti ai talebani. Lo stesso potrebbe ora succedere nelle ultime città ancora sotto il controllo del governo, tra cui la capitale Kabul.

Sono sembrate deboli anche le difese messe in atto finora dalle milizie che si erano moltiplicate e rafforzate negli ultimi mesi, alcune delle quali avevano già combattuto contro i talebani all’interno della cosiddetta “Alleanza del Nord”, coalizione formata alla fine degli anni Novanta e poi alleata degli Stati Uniti nell’invasione del 2001. A Herat, per esempio, non hanno retto le difese delle milizie fedeli all’ex “signore della guerra” Ismail Khan, che è stato arrestato dai talebani. Anche questo è un dato importante: nei mesi scorsi si era infatti pensato che le milizie, con cui il governo di Kabul aveva di recente cercato di ricucire i rapporti, potessero essere un freno per i talebani. Così però non è stato.

Giovedì mattina i talebani avevano preso anche il controllo della città di Ghazni, capitale provinciale circa 140 chilometri a sud di Kabul e considerata strategicamente importante per un eventuale attacco contro la capitale.

– Leggi anche: Le espulsioni dei richiedenti asilo afghani in Europa

La conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani sembra solo questione di tempo. L’amministrazione di Joe Biden non ha mostrato alcuna intenzione di cambiare l’approccio adottato finora, quindi di ribaltare la decisione di ritirare i soldati statunitensi dal paese entro l’11 settembre di quest’anno. Proprio il ritiro dei soldati americani – in alcune circostanze avvenuto piuttosto frettolosamente – aveva favorito l’inizio della rapidissima avanzata talebana. Per ora Biden ha solo deciso di mandare 3mila marines e soldati in Afghanistan per favorire l’evacuazione dell’ambasciata e dei cittadini americani a Kabul.