L’uomo che si portò un panino nello Spazio

Come nel 1965 l'astronauta John Young rischiò di combinare un grosso guaio («Si sta sbriciolando»)

(Scott Olson/Getty Images)
(Scott Olson/Getty Images)

Nella storia dell’umanità solo 12 persone hanno camminato su un corpo celeste diverso dalla Terra, grazie alle missioni Apollo sulla Luna tra il 1969 e il 1972. È un club di astronauti piuttosto ristretto e anche per questo, quando muore uno dei suoi membri i giornali, gli appassionati e la stessa NASA organizzano iniziative per ricordarlo e rendergli omaggio. Di recente è successo con John Young, morto il 5 gennaio scorso, e che fu la nona persona a mettere piede sulla Luna, oltre ad avere partecipato a numerose altre missioni spaziali che contribuirono ai successi del programma Apollo; fu poi il primo comandante di uno Space Shuttle. Ma Young viene anche ricordato per un altro motivo: una certa passione per i panini che gli causò qualche problema durante un importante volo orbitale.

Young iniziò a lavorare come astronauta presso la NASA nel 1962 e appena tre anni dopo fu assegnato al programma Gemini, ideato per sviluppare sistemi e tecniche di volo che sarebbero state poi impiegate per il programma Apollo verso la Luna. Young partì con la missione Gemini 3 in compagnia di Gus Grissom, altro pioniere dell’esplorazione spaziale che sarebbe poi morto due anni dopo in un test di sicurezza in vista del lancio della prima missione Apollo.

Poco prima della partenza, l’astronauta Wally Schirra passò a Young un panino di carne di manzo conservata sotto sale, proveniente da Wolfie’s, un locale che preparava panini dalle parti di Cocoa Beach, non molto distante da Cape Canaveral, la grande base di lancio della NASA in Florida. Apparentemente senza dire niente a nessuno, Young mise il panino in una tasca della sua tuta spaziale e se lo portò in orbita, dove sarebbe poi rimasto con Grissom per quasi 5 ore. Lo scopo della missione era testare la manovrabilità della capsula spaziale, un angusto tronco di cono largo 3 metri alla base.

La capsula spaziale del programma Gemini (NASA)

Dopo un paio di ore Young tirò fuori il panino dalla tasca, offrendone un pezzo al suo compagno di viaggio. Dopo averlo addentato, i due notarono che il pane si stava sbriciolando molto più del previsto, con numerose briciole che iniziavano a fluttuare nella capsula spaziale, complice la microgravità e il fatto che il panino avesse un paio di giorni. Anche se non sembravano esserne molto consapevoli, c’era il concreto rischio che tutte quelle briciole s’infilassero nelle strumentazioni della navicella spaziale, causando cortocircuiti o altri danni. Dopo i primi morsi, reputarono fosse meglio lasciar perdere e riporre gli avanzi in tasca.

La loro strana conversazione su un panino portato nello Spazio fu registrata dalla NASA, che prendeva nota di tutte le conversazioni che avvenivano a bordo:

Grissom: Che roba è?
Young: Un panino con la carne sotto sale.
Grissom: E da dove sbuca?
Young: L’ho portato con me. Sentiamo che gusto ha. Che profumino, eh?
Grissom: Sì, ma si sta sbriciolando. Me lo metto in tasca.
Young: Trovi? Era un’idea comunque.
Grissom: Già.
Young: Non una delle migliori.
Grissom: Comunque non era male, se solo non si fosse sbriciolato.

Dalla registrazione della conversazione sembra che Grissom fosse rimasto sorpreso dalla trovata di Young, e forse anche lievemente infastidito (ripensandoci dopo, disse di averlo trovato divertente). Di sicuro la cosa non piacque alla NASA e ad alcuni membri del Congresso. I due astronauti furono accusati di avere messo a rischio la missione, costata milioni di dollari ai contribuenti statunitensi. Furono anche criticati per avere messo in secondo piano l’importanza dei test sul cibo spaziale sperimentale progettato dalla NASA, che fu comunque provato durante la missione.

Nel suo libro di memorie Forever Young, Young cercò in seguito di ridimensionare la cosa dicendo che la sua bravata comportò solamente un’arrabbiatura da parte di “un paio di membri del Congresso”. Forse per coprire i due astronauti, in seguito il direttore delle operazioni di volo, Deke Slayton, scrisse nella sua autobiografia di essere stato messo al corrente del panino prima della partenza e di avere dato il permesso a Young. La missione Gemini 3 fu comunque un successo e fu molto importante per sperimentare sistemi di manovra che sarebbero poi diventati di routine nelle missioni successive.

Le briciole non causarono danni, ma la NASA prese comunque seriamente la vicenda sia per evitare che si ripetesse, sia per trarne qualche insegnamento. A 50 anni di distanza dal panino spaziale di Young, le cose sono cambiate sensibilmente per gli astronauti: la qualità del cibo è migliorata, così come la possibilità di consumare saltuariamente alimenti freschi sulla Stazione Spaziale Internazionale, dove gli astronauti vivono per mesi in orbita lontani dalla Terra. Il pane continua a essere usato con molta cautela: gli equipaggi hanno a disposizione razioni di pane non lievitato, simile a piadine e tortilla, che difficilmente produce briciole.

John Young fu il nono uomo a mettere piede sulla Luna e probabilmente il primo a portarsi un panino nello Spazio. Una copia del suo spuntino, conservata nella resina acrilica, si trova ancora oggi presso il Grissom Memorial Museum di Mitchell in Indiana.