Che fine ha fatto BlackBerry

Dopo avere fallito con gli smartphone, ora sta provando a fare affari in un altro settore: i software delle auto che si guidano da sole

(BlackBerry)
(BlackBerry)

Dopo avere perso la sfida contro Apple e Samsung nella vendita degli smartphone, ora BlackBerry ha un nuovo settore dove confida di prosperare e rilanciare le sue attività economiche: quello delle automobili che si guidano da sole. L’azienda canadese si sta riorganizzando per sviluppare il software necessario per gestire le informazioni che raccolgono i sensori dei veicoli autonomi, con particolare attenzione per quanto riguarda la sicurezza informatica e soluzioni per tenere alla larga hacker e utenti malintenzionati. In questo modo BlackBerry confida di convincere le case automobilistiche a investire nei suoi sistemi, integrandoli o preferendoli a quelli di società già attive da tempo come Alphabet attraverso la sua controllata Waymo.

Per molti anni, BlackBerry è stata sinonimo di “telefono cellulare aziendale”. I suoi dispositivi molto riconoscibili – grazie alla tastiera QWERTY in miniatura – erano nelle mani di milioni di impiegati e manager di aziende in giro per il mondo. Rispetto ai cellulari tradizionali, consentivano di inviare email e di navigare su Internet, per quanto con notevoli limitazioni e spesso su un numero ristretto di siti. Si stima che nei primi anni dopo il 2000, la rete gestita da BlackBerry per il suo servizio email contasse oltre 80 milioni di abbonati. La società sottovalutò l’arrivo degli iPhone di Apple e dei dispositivi Android, immaginando che le aziende non avrebbero investito in prodotti che sembravano pensati per i singoli consumatori e non per una gestione integrata nei contesti di lavoro. Complici le politiche aziendali di utilizzo del proprio dispositivo personale anche per lavorare, le cose andarono in un altro modo: BlackBerry in pochi anni passò da un valore di mercato intorno ai 61,7 miliardi di dollari a 2,5 miliardi di dollari.

Nei primi anni di successi di Apple e Samsung con i loro dispositivi, BlackBerry tentò comunque di rilanciare il proprio marchio progettando e mettendo in vendita nuovi smartphone, in alcuni casi sprovvisti della classica tastiera fisica e più simili a un comune telefono Android. Nel 2010 l’azienda canadese acquisì il sistema operativo QNX da Harman International Industries, con l’obiettivo di migliorare il funzionamento della sua piattaforma BB10 e offrire un prodotto più completo alle aziende, con smartphone che si potessero integrare meglio con i loro sistemi e offrire maggiori livelli di sicurezza.

L’idea era offrire smartphone che avessero un sistema operativo diviso nettamente in due parti: da un lato le funzionalità per il lavoro, con l’accesso a documenti e altre risorse della propria azienda, e dell’altro un ambiente per uso personale con app, giochi e il resto. Nonostante i grandi investimenti e un rilancio accompagnato da una grande campagna di marketing, il progetto naufragò e BlackBerry vendette pochissimi nuovi smartphone, rendendo infine necessarie pesanti ristrutturazioni interne, tagli del personale e infine l’abbandono quasi completo del settore della telefonia cellulare, dove l’azienda aveva eccelso per anni.

QNX rimane comunque ancora oggi una delle più importanti risorse di BlackBerry e, nei piani della società, sarà alla base dei nuovi sistemi per la guida autonoma. A Ottawa, la capitale del Canada, la divisione QNX lavora in un edificio di tre piani nella periferia della città. Oltre a occuparsi del software, gli ingegneri sperimentano sensori e diversi altri componenti per le automobili, in ambienti un po’ più informali del solito per gli standard di BlackBerry.

Gli analisti sono per ora cauti sulla nuova iniziativa, anche perché negli ultimi anni il settore della guida autonoma è diventato piuttosto affollato. Dopo Google, che in seguito ha costituito Waymo, ci sono numerose altre società che lavorano a sistemi di intelligenza artificiale per le automobili che si guidano da sole. Uber ha già una flotta sperimentale attiva e sta investendo molto nelle tecnologie per la guida autonoma, convinta che sia il futuro per il suo servizio di automobili in affitto. Tesla, la casa automobilistica di Elon Musk, consegna da tempo i suoi veicoli elettrici con un autopilota che permette di non dover toccare il volante mentre si viaggia, a patto che il guidatore sia pronto a intervenire nel caso di un comportamento anomalo del software. Waymo e Tesla utilizzano loro sistemi operativi e soluzioni informatiche, ma ci sono molte altre aziende automobilistiche che hanno iniziato da poco a progettare le auto che si guidano da sole, senza strutture e capacità per occuparsi anche del software. Ed è qui che BlackBerry vorrebbe fare la differenza.

Negli ultimi mesi la società ha avviato i primi contatti – e in alcuni casi ha anche stretto degli accordi – con diverse case automobilistiche. Secondo il Wall Street Journal, tra le aziende coinvolte ci sono Ford, General Motors e Jaguar Land Rover. BlackBerry ha inoltre avviato una campagna di marketing nella Silicon Valley e a Detroit, la città delle principali case automobilistiche statunitensi, per farsi notare e soprattutto far conoscere i suoi nuovi prodotti legati a QNX. Il CEO della società, John Chen, ha inoltre in programma per il prossimo gennaio una presentazione presso il North American International Auto Show, uno dei più importanti saloni dell’automobile del Nordamerica che viene organizzato proprio a Detroit.

(BlackBerry)

BlackBerry sta lavorando per fare in modo che QNX raccolga e interpreti i segnali inviati dai sensori di bordo delle auto a guida autonoma, coordinando la gestione degli altri sistemi che fanno muovere il veicolo. Rispetto ad altri, l’azienda dice di potere garantire migliori sistemi di sicurezza informatica, un tema sul quale si discute da tempo. Le auto che si guidano da sole saranno collegate a Internet e avranno quindi bisogno di soluzioni affidabili per evitare che virus, software malevolo o l’intervento diretto di un utente malintenzionato possa causare un disastro.

Da quando BlackBerry ha iniziato a promuovere in modo più esplicito il suo interesse nella guida autonoma, gli investitori le hanno dedicato qualche attenzione in più. Rispetto allo scorso anno, il valore delle azioni della società è aumentato del 52 per cento. Questa condizione sta rendendo più interessante la vendita delle quote di maggioranza di BlackBerry, che sono in mano ai fondi Primecap Management Corp. di Pasadena (California) e Fairfax Financial Holdings di Toronto (Canada). Potrebbero decidere di vendere, rientrando infine di un investimento che qualche anno fa sembrava destinato a non portare da nessuna parte. I due investitori detengono nel complesso circa un quarto delle azioni di BlackBerry.

Gli analisti sono comunque ancora molto cauti nel fare previsioni sul futuro di BlackBerry. L’azienda è praticamente uscita da un settore estremamente competitivo come quello degli smartphone per infilarsi in un altro che, a conti fatti, è altrettanto difficile e pieno di concorrenti agguerriti. I primi accordi con le case automobilistiche sembrano incoraggianti, ma la capacità di BlackBerry di concorrere con società con una grande esperienza nel settore, come Waymo, è ancora tutta da dimostrare.