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  • Domenica 2 ottobre 2016

Pedro Sánchez si è dimesso da segretario del PSOE

Era criticato da tempo perché non voleva il compromesso con il PP: ha lasciato il partito dopo aver perso una votazione interna

Pedro Sánchez alla fine della riunione del comitato federale del PSOE, l'1 ottobre 2016 (JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images)
Pedro Sánchez alla fine della riunione del comitato federale del PSOE, l'1 ottobre 2016 (JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images)

Sabato primo ottobre Pedro Sánchez, il segretario generale del Partito socialista spagnolo (PSOE), si è dimesso nel corso di una riunione del Comitato federale, a Madrid. La riunione era stata organizzata dopo che 17 dei 35 membri dell’organo di governo del partito si erano dimessi per forzare le dimissioni di Sánchez: il segretario era leader del PSOE dal 2014 e quindi è considerato da alcuni il responsabile delle sconfitte elettorali subite dal partito in poco più di un anno – quelle delle elezioni locali del maggio 2015, quelle in Galizia e nei Paesi Baschi dello scorso settembre e poi quelle delle ultime due elezioni politiche. Una parte del PSOE, guidata da Susana Díaz, governatrice dell’Andalusia, si oppone alla linea imposta da Sánchez, contrario a sostenere un governo di minoranza guidato dal primo ministro Mariano Rajoy del Partito Popolare (PP), storico avversario del PSOE.

La scadenza per la formazione del nuovo governo spagnolo è alla fine di ottobre. Alle ultime elezioni politiche dello scorso giugno, così come alle precedenti dello scorso dicembre, il PP del primo ministro uscente Rajoy ha ottenuto i maggiori consensi. Tuttavia il governo che alla fine del mese si sottoporrà al voto di fiducia del parlamento non ha la maggioranza: Sánchez ha sempre detto che non lo avrebbe sostenuto, preferendo andare a nuove elezioni.

Sánchez era molto criticato da tempo: diversi membri del PSOE credono che la sua strategia – rifiutare qualsiasi accordo di governo con il Partito Popolare e cercare invece un qualche accordo con Podemos – si sia rivelata fallimentare. La riunione del Comitato federale, composto da 253 membri e responsabile della convocazione di congressi e primarie del partito, è stata indetta perché Sánchez sperava di organizzare delle primarie per il 23 ottobre, poco prima del voto di fiducia al governo di Rajoy, e un congresso per metà novembre. Una riconferma da parte degli elettori gli avrebbe permesso di non appoggiare il governo di minoranza senza che i contrari all’interno del PSOE potessero fare ostruzione. Ma durante la riunione del Comitato federale, quando si è votato ad alzata di mano su primarie e congresso, i voti contrari hanno prevalso: 132 contro 107. Dopo aver perso la votazione, Sánchez ha annunciato le sue dimissioni.

Sánchez ha molti sostenitori nella base del partito e infatti durante la riunione del Comitato federale c’erano molte persone che protestavano in Calle Ferraz, strada di Madrid in cui si trova la sede del PSOE. I sostenitori di Sánchez hanno manifestato per tutte le 11 ore della riunione del Comitato. Dopo le dimissioni, Sánchez ha detto: «Oggi dobbiamo essere fieri di far parte del Partito socialista più del solito. Il corpo dirigenziale che sarà formato può contare sulla mia totale lealtà». El País e gli altri quotidiani spagnoli dicono che il leader provvisorio del PSOE sarà Javier Fernández, governatore delle Asturie e alleato di Susana Díaz.