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  • Lunedì 12 ottobre 2015

Lo Stato del libro in Italia

Il nuovo rapporto dell'Associazione Editori dice che aria tira per gli affari di librerie e altri venditori: non buona

(Stefano Montagner, Flickr)
(Stefano Montagner, Flickr)

Secondo il Rapporto sullo Stato dell’editoria in Italia dell’Associazione Italiana Editori appena completato, il mercato italiano dei libri italiano nel 2014 è calato del 4,3 per cento. Molto più che nel 2013 quando era calato del 2,6, ma un po’ meno che nel 2012 quando era sceso del 5. Complessivamente, negli ultimi quattro anni – dal 2011 al 2014 – il mercato ha perso quasi l’11,5 per cento del proprio valore, passando da 2,15 miliardi di euro a 1,90.

Il Rapporto sullo Stato dell’editoria in Italia è lo studio più completo sull’andamento dell’editoria di libri e di giornali in Italia. Qui anticipiamo le stime sui libri: il Rapporto, infatti, non è ancora stato pubblicato – ma si potrà presto ordinare in formato ebook sul sito dell’AIE –  perché per tradizione viene presentato ogni anno alla Buchmesse, la Fiera di Francoforte, la più antica e importante fiera del libro d’Europa e una delle maggiori del mondo, che quest’anno si terrà dal 14 al 18 ottobre. Le stime dell’Associazione Italiana Editori – che aderisce a Confindustria e rappresenta il 90 per cento degli editori di libri italiani – arrivano fino a tutto il 2014 (per il 2014 è una stima) e riguardano ogni nuovo libro, compresi quelli scolastici, uscito nel  2014 e venduto in libreria, cartolibreria o edicola, su Internet, nei bookshop dei musei, nelle fiere o nei festival. Cioè, ovunque.

La prima cosa notevole è una moderata attenuazione delle ricadute della crisi generale del libro sul fatturato delle librerie: rispetto al 2013 le vendite sono calate solo del 1,9 per cento, poco se si considera che, in totale, dal 2011 hanno perso ben il 16 per cento, passando da 1087 milioni di euro a 916 milioni di oggi. Nelle librerie (e cartolibrerie) italiane si vende ancora il 69,6 per cento di tutti i libri venduti in Italia, mentre nel 2011 la quota era del 72,3 per cento.

Il dato davvero negativo riguarda la grande distribuzione, cioè la vendita di libri in supermercati e autogrill, che nel 2014 è crollata. La cosa più grave è che dal 2011 la crisi delle vendite della grande distribuzione accelera: tra 2011 e 2012 le vendite in supermercati e autogrill erano scese del 5 per cento, tra 2012 e 2013 del 10, e tra 2013 al 2014 del 13,7 per cento. Anche per le edicole le stime sono pessime: dal 2011 i libri venduti in edicola separatamente dai giornali – in gran parte romanzi rosa, gialli, thriller o bestseller – sono diminuiti quasi del 34 per cento, ma la metà – il 17,2 per cento – è stata persa nel corso del 2014. In una situazione simile sono i libri allegati ai quotidiani – che nel 2011 generavano 71 milioni di euro, mentre nel 2014 sono scesi a 43 – e la vendita di libri a fascicoli che nel 2014 perde il 13,5 per cento (-50 per cento dal 2011). Crollano anche le vendite a rate (-22 per cento sul 2013, -56 per cento dal 2011) e i club del libro (-23,8 per cento), ma in questo caso, forse, la notizia è che esistano ancora.

Oltre alla tenuta delle librerie e al declino della grande distribuzione, è notevole il fatto che le librerie su Internet – come Amazon e Ibs – e gli ebook abbiano ormai raggiunto i volumi di vendita della grande distribuzione: 172 milioni di euro di fatturato contro i 175 di supermercati e autogrill. Significa che dal 2011 al 2014 il cambiamento nel mercato dei libri è stato grandissimo. Quattro anni fa, la Grande distribuzione valeva 236 milioni di euro, il doppio della vendita online e degli ebook. Nell’ultimo anno le librerie online sono cresciute dell’8,4 per cento, mentre la vendita di ebook del 25,2.

L’altro fenomeno notevole degli ultimi anni è che la vendita di libri si sta sempre più legando agli eventi, spostandosi nei luoghi dove i libri vengono presentati o che i libri raccontano: le vendite di libri nei musei sono cresciute del 4,2 per cento, quelle nelle fiere e festival addirittura dell’11,5 per cento.

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