I cinque minuti di celebrità di Varoufakis

Storia di un ministro di cui ha parlato tutto il mondo per una stagione, e che stasera ricompare, alla tv italiana

(AP Photo/Thanassis Stavrakis)
(AP Photo/Thanassis Stavrakis)

Yanis Varoufakis, professore di Economia ed ex ministro delle Finanze del primo governo di Alexis Tsipras, sarà ospite questa sera alla trasmissione di Rai Tre “Che tempo che fa”. Varoufakis è diventato molto conosciuto quest’estate per aver condotto per mesi le trattative con i creditori della Grecia. Dopo la vittoria del “no” al referendum sugli aiuti alla Grecia, Varoufakis decise però di dimettersi da ministro, a sorpresa. Sul suo blog scrisse di aver lasciato il suo posto per le pressioni dei partner europei che non volevano più negoziare con lui. Questa voce è stata poi confermata da diverse indiscrezioni.

Varoufakis, che oggi ha 54 anni, ha studiato economia nel Regno Unito e ha insegnato in Grecia e negli Stati Uniti. È un esperto di matematica, statistica e di teoria dei giochi. Nella sua carriera ha lavorato come consulente per Valve, la società di videogiochi che ha prodotto Steam, la principale piattaforma per acquistare videogiochi online.

Poi il 27 gennaio del 2015 Varoufakis ha giurato come ministro delle Finanze, dopo la vittoria elettorale di Syriza, il partito di Alexis Tsipras. Come ministro delle Finanze incaricato delle trattative con i creditori, Varoufakis è diventato una delle figure più importanti e riconoscibili del nuovo governo greco. Le sue idee per risolvere la crisi, come quella di sostituire i titoli di debito greco in mano ai creditori con un altro tipo di titoli i cui pagamenti fossero legati alla crescita dell’economia greca, sono state accolte favorevolmente anche da economisti e commentatori conservatori.

Nei suoi sei mesi da ministro, Varoufakis è stato spesso descritto dalla stampa di tutto il mondo più come una rockstar che come un ministro delle Finanze di un paese in profonda crisi. Il motivo non è tanto nella sua carriera accademica o nelle sue proposte economiche. Varoufakis è alto, bello e somiglia lontanamente all’attore Bruce Willis. È carismatico, parla perfettamente inglese e ha mostrato in più occasioni di avere sempre la battuta pronta. Veste in maniera informale – qualcuno direbbe eccentrica – e le foto di lui in maglietta o con camicie molte colorate sono circolate sulla stampa di tutto il mondo. E poi guida la moto.

Per buona parte dell’estate Varoufakis ha alimentato un intero genere giornalistico: Varoufakis nella sua casa di Atene, Varoufakis mentre fa gestacci, Varoufakis in giro in motocicletta, Varoufakis con indosso brutte camicie. All’interno del governo greco è stato classificato tra i “falchi”, cioè tra quelli disposti ad uscire dall’euro se l’Europa non avesse ceduto sulle richieste dei creditori internazionali della Grecia.

I critici hanno descritto il suo comportamento durante i negoziati come quello di un professore con i suoi alunni. In diversi hanno raccontato che il suo atteggiamento iniziò molto presto a irritare i creditori, tanto che Tsipras fu costretto ad affiancargli altri membri del governo nel corso dei negoziati. Quando all’inizio di luglio Tsipras annunciò il referendum, i creditori erano oramai arrivati al punto di rottura. Varoufakis disse che in caso di vittoria del “sì” avrebbe dato le sue dimissioni, ma i creditori fecero sapere che in ogni caso, se la Grecia avesse voluto proseguire le trattative, Varoufakis avrebbe dovuto essere sostituito. Come previsto, la sera della vittoria del “no” Varoufakis annunciò le sue dimissioni con un post sul blog in cui diceva di lasciare l’incarico, ma di voler rimanere accanto a Tsipras.

La rottura tra i due divenne definitiva nel corso delle settimane successive, quando Tsipras accettò un nuovo piano di salvataggio ancora più severo di quello respinto dal referendum. Varoufakis si schierò contro l’accordo e votò contro la sua approvazione in parlamento insieme ai dissidenti di Syriza. Alle ultime elezioni di settembre non si è ricandidato ed è tornato a fare la vita che faceva prima di diventare ministro. Continua però a concedere molte interviste sulla situazione economica della Grecia. Quelle che dà ai giornali italiani a volte non riportano in maniera del tutto fedele le sue parole, dice lui.