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  • Lunedì 21 settembre 2015

A che punto è la crisi dei migranti

Nel fine settimana decine di migliaia di persone sono arrivate in Austria: intanto inizia una settimana di importanti incontri tra i leader europei

Migranti salgono su un treno a Tovarnik, Croazia, per proseguire il loro viaggio verso il nord Europa (AP Photo/Manu Brabo)
Migranti salgono su un treno a Tovarnik, Croazia, per proseguire il loro viaggio verso il nord Europa (AP Photo/Manu Brabo)

Nel fine settimana migliaia di migranti hanno raggiunto l’Austria, dopo essere rimasti bloccati per giorni in Serbia, Croazia e Ungheria. L’afflusso più consistente c’è stato sabato, con circa 10mila migranti arrivati in territorio austriaco, ma non ci sono ancora stime definitive su quante persone siano transitate alla frontiera nel corso del weekend. Centinaia di migranti sono stati accolti in un campo a Nicklesdorf, a pochi chilometri dal confine con l’Ungheria, ma l’area non è attrezzata per un numero così alto di persone: ci sono rifiuti ovunque e persone che hanno dormito per terra su giacigli improvvisati, ha spiegato un corrispondente di BBC.

Anche per oggi è previsto l’arrivo in Austria di un cospicuo numero di migranti dall’Ungheria, dove il governo ha deciso di allentare i blocchi alle frontiere per fare transitare le persone rimaste bloccate nel paese per giorni. Le autorità ungheresi hanno comunque l’obiettivo di portare al minimo il numero di migranti al confine e di monitorare i loro ingressi, privilegiando le persone che fanno richiesta d’asilo. L’Ungheria ha riaperto parzialmente il confine con la Serbia, lungo il quale ha costruito una discussa barriera per evitare i passaggi non autorizzati, ma sono accettate poche persone per volta e i tempi di attesa sono molto lunghi. È inoltre in fase di completamento una nuova barriera lungo il confine croato, resa necessaria secondo il governo dal nuovo percorso usato dai migranti per aggirare la barriera tra Serbia e Ungheria.

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Verso la fine della scorsa settimana il governo della Croazia aveva dato la disponibilità ad accogliere i migranti rimasti bloccati per giorni al confine tra Serbia e Ungheria, ma in seguito agli afflussi molto alti ha poi cambiato decisione spiegando di non avere capacità e risorse per accogliere tutti in sicurezza. Il ripensamento ha portato ad alcuni contrasti con il governo ungherese, che alla fine ha organizzato il trasporto in autobus di parte dei migranti verso l’Austria. Negli ultimi cinque giorni il governo croato stima che siano entrati nel paese almeno 27mila migranti, cosa che ha reso ingestibile la situazione. Lungo alcune aree di confine ci sono stati momenti di tensione e qualche scontro con la polizia di frontiera.

Nelle prime ore di lunedì, un gommone che trasportava decine di migranti in viaggio dalla Turchia verso l’isola di Lesbo si è scontrato con un traghetto. Secondo la Guardia Costiera turca almeno 13 persone, compresi alcuni bambini, sono morti nell’incidente.

Per questa settimana sono intanto previsti nuovi incontri tra i leader dei paesi dell’Unione Europea sulla questione dei migranti, ma non è chiaro se si arriverà a qualche decisione concreta. Martedì 22 settembre si riuniranno i ministri degli Interni dell’UE con un incontro preparatorio a quello straordinario del giorno dopo cui parteciperanno i capi di stato e di governo dell’Unione. Ci sarà molto da discutere, anche perché alcuni paesi dell’est chiedono da settimane di avere maggiore sostegno per gestire la crisi dei migranti, e non intendono rispettare le quote obbligatorie per l’accoglimento proposte dalla Commissione Europea. Tra i paesi più ostili ci sono Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, che non sono d’accordo con la proposta della Germania di aumentare ulteriormente le quote e i cui ministri degli Esteri si incontreranno oggi per discutere la situazione e per mantenere una linea di opposizione comune.