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  • Martedì 9 giugno 2015

Mo Farah e le accuse di doping

L'allenatore del famoso corridore britannico è stato accusato dalla BBC di aver dato sostanze dopanti ad alcuni suoi atleti, Farah dice che lui non c'entra

Mohamed Farah, a destra, e Galen Rupp durante una gara a Mosca nel 2013. (AFP PHOTO / FRANCK FIFE)
Mohamed Farah, a destra, e Galen Rupp durante una gara a Mosca nel 2013. (AFP PHOTO / FRANCK FIFE)

Mercoledì 3 giugno BBC ha trasmesso un episodio del suo programma di giornalismo investigativo Panorama dedicato al doping nell’atletica leggera: tra le altre cose raccontate dal giornalista Mark Daly ci sono anche testimonianze di casi di doping legati al Nike Oregon Project, un grande e rinomato centro di allenamento di atletica in cui si allena anche il forte mezzofondista britannico Mo Farah, vincitore di due ori alle Olimpiadi di Londra 2012. Le accuse presentate dal programma di BBC non riguardano direttamente Mo Farah ma il suo allenatore Alberto Salazar. Salazar è uno dei più rispettati esperti di gare di resistenza, è responsabile del Nike Oregon Project ed è consulente della federazione di atletica del Regno Unito: secondo Panorama avrebbe aiutato un altro atleta del Nike Oregon Project – lo statunitense Galen Rupp – ad assumere testosterone per migliorare le sue prestazioni sportive. Galen Rupp è un forte corridore e alle Olimpiadi di Londra arrivò secondo dopo Mo Farah nella gara dei 10.000 metri.

Le accuse di Panorama – spiega il Guardian – si basano principalmente sulle cose dette da un altro esperto e stimato allenatore di atletica leggera, Steve Magness. Magness – che nel 2011 era stato assunto al Nike Oregon Project come vice di Salazar – ha raccontato a Panorama di aver visto le prove del fatto che Galen Rupp aveva fatto uso di testosterone e di prednisone, due sostanze vietate, quando era ancora sedicenne. Steve Magness ha anche detto di aver fotografato i referti degli esami del sangue di Rupp, che mostrano l’uso di sostanze dopanti, e durante il programma di BBC la foto è stata mostrata al presidente della Wada, l’agenzia mondiale anti-doping, che si è detto “particolarmente disturbato”. Le accuse, infine, coinvolgono direttamente anche il figlio di Alberto Salazar, Alex Salazar, che secondo Magness avrebbe avuto il compito di fare esperimenti per capire quali livelli di testosterone nel sangue non avrebbero superato gli esami anti-doping. Magness racconta di aver parlato con Alex Salazar sulla questione dei suoi esperimenti quando i due lavoravano ancora insieme, e di aver ricevuto da Salazar una risposta poco credibile: gli studi sarebbero serviti per capire se sarebbe stato possibile per qualcuno somministrare con l’inganno testosterone agli atleti del centro per non fargli superare gli esami anti-doping.

Steve Magness ha lasciato il suo incarico con Salazar dopo le Olimpiadi di Londra e ha portato le prove raccolte sull’uso di sostanze illecite alla Usada, l’agenzia anti-doping statunitense. Secondo Panorama anche altre sei persone per varie ragioni collegate al Nike Oregon Project avrebbero riferito i comportamenti illeciti di Salazar, ma la Usada non ha commentato la cosa.

Tutte le persone interessate dalle accuse di Panorama – dice il Guardian – hanno detto di essere innocenti. Salazar ha smentito le accuse dicendo di non aver mai fatto assumere sostanze dopanti ai suoi atleti, Rupp ha detto lo stesso. Mo Farah, il più forte tra gli atleti allenati da Salazar, è stato coinvolto in modo indiretto dalle accuse, poiché anche lui si allena al Nike Oregon Project da diversi anni. Farah ha detto di non aver fatto mai uso di sostanze dopanti, di non aver mai assistito a infrazioni dei regolamenti da parte di Salazar e di avere grande fiducia in lui: ha anche detto che non avrebbe potuto vincere i suoi titoli più importanti senza il suo aiuto. Domenica 7 giugno Farah avrebbe dovuto correre una gara dei 1500 metri a Birmingham, ma si è ritirato pochi giorni prima spiegando di avere avuto una settimana particolarmente difficile e stressante. L’associazione di atletica del Regno Unito – la UKA – ha detto che aprirà un’indagine su Farah per verificare che tutto sia stato regolare negli ultimi anni. Ed Warner, presidente della UKA, ha detto che se fosse amico di Farah gli consiglierebbe di prendere subito le distanze dal suo allenatore, ma ha anche detto che per ora la UKA non sospenderà le sue collaborazioni con Salazar.

La Wada, in un comunicato successivo alla messa in onda del programma, ha spiegato che un’eventuale indagine sulla vicenda sarà portata avanti dall’agenzia anti-doping statunitense, l’Usada, e dalla IAAF, l’associazione internazionale di atletica leggera. La Wada, nel suo comunicato, ha anche aggiunto che le testimonianze di Panorama sulla scarsa efficacia dei programmi anti-doping non sono accurate e non possono essere ritenute delle prove certe sul valore dei test anti-doping; nel corso del programma di Panorama, il giornalista Mark Daly assume alcune sostanze proibite mostrando come abbiano effetti sulle sue prestazioni fisiche senza essere visibili ai test anti-doping.