WikiLeaks ha messo online tutti i file dell’attacco a Sony

L'organizzazione di Julian Assange ha reso ricercabili le migliaia di email e documenti riservati sottratti alla casa cinematografica statunitense nel 2014

WikiLeaks ha pubblicato sul suo sito tutte le email e i documenti sottratti alla casa di produzione cinematografica Sony Pictures nel 2014, in uno dei più grandi attacchi informatici contro un’azienda statunitense degli ultimi anni. Sono stati resi ricercabili e facilmente leggibili 30.287 documenti e oltre 170mila email contenenti conversazioni tra i principali dirigenti di Sony Pictures, scambi di informazioni logistiche tra le varie produzioni, progetti per nuovi film e altre informazioni sensibili. Negli scorsi mesi la documentazione era già stata ottenuta da alcuni giornalisti ed era disponibile sulle reti di condivisione torrent, ma in formati poco accessibili e difficili da consultare. Per questo motivo WikiLeaks ha deciso di riorganizzare il materiale e metterlo sul suo sito, senza dare informazioni precise sulla sua provenienza su cui stanno ancora indagando le autorità statunitensi.

Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks che vive dal 2012 come rifugiato politico nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra (Regno Unito), ha detto che il materiale appena diffuso dalla sua organizzazione “ha un importante valore giornalistico ed è al centro di un conflitto geopolitico”, facendo riferimento al caso del film satirico sulla Corea del Nord The Interview prodotto da Sony Pictures e diffuso dopo le minacce ricevute dal governo nordcoreano, che secondo il governo statunitense è responsabile dell’attacco informatico. Secondo Assange i documenti e le email “appartengono al pubblico dominio e WikiLeaks è impegnata ad assicurare che rimangano tali”.

Il motore di ricerca messo a disposizione da WikiLeaks ricorda molto quello già usato in passato per la diffusione di altri documenti, come quelli delle ambasciate statunitensi in giro per il mondo: permette di cercare le email e i documenti separatamente, oppure insieme in un unico sistema di ricerca. Se si prova a inserire il nome di Amy Pascal, una dei principali dirigenti di Sony Pictures licenziata in seguito alla pubblicazione dei documenti, si ottengono circa 5.700 risultati. Cercando si possono trovare molte informazioni su diversi attori famosi come George Clooney o Leonardo DiCaprio, con alcuni dettagli sui progetti per alcuni loro film o su questioni organizzative come la gestione dei voli privati sugli aerei di Sony Pictures per portarli in giro per il mondo a promuovere i loro film, o da qualche parte per discutere una nuova produzione.

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Il sistema di ricerca permette anche di usare alcuni filtri per cercare specifici tipi di documenti, come file PDF, presentazioni PowerPoint, file di Word o pagine web. Dall’elenco degli allegati alle email sembrano essere invece assenti immagini, video, trailer e anteprime che erano circolate molto sui torrent negli ultimi mesi del 2014.

Sony ha duramente condannato la pubblicazione dei suoi documenti riservati su WikiLeaks: “Gli autori dell’attacco informatico hanno sfruttato le informazioni di cui sono entrati in possesso per provare a danneggiare Sony Pictures e i suoi dipendenti, ora WikiLeaks gli sta dando una mano in tal senso. Non siamo affatto d’accordo con l’affermazione di WikiLeaks secondo cui questo materiale debba essere di pubblico dominio e continueremo a lottare per la tutela, la sicurezza e la privacy della nostra azienda e dei suoi oltre 6mila dipendenti”.

Secondo WikiLeaks i documenti mostrano diverse informazioni importanti e su cui è giusto che il pubblico abbia un’idea chiara. L’organizzazione dice che dalle email emergono “collegamenti e un certo allineamento” di Sony Pictures con il Partito Democratico statunitense. Nelle conversazioni sono talvolta citati incontri tra i principali dirigenti dell’azienda e il presidente statunitense Barack Obama, ma anche iniziative per raccogliere fondi da destinare ai Democratici.

A distanza di cinque mesi dalla pubblicazione dei file, non è ancora chiaro chi abbia materialmente sottratto documenti e email a Sony Pictures. L’attacco è stato rivendicato dal gruppo “Guardians of Peace” (“Guardiani della Pace”), che si definisce indipendente e non affiliato a qualche gruppo hacker o all’intelligence di qualche stato. Secondo i primi risultati delle indagini condotte negli Stati Uniti l’attacco sarebbe stato condotto dalla Corea del Nord, ma questa ipotesi è stata messa in dubbio da altri esperti di sicurezza informatica.