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  • Venerdì 15 agosto 2014

Tra Russia e Ucraina si mette male

L'artiglieria ucraina ha distrutto alcuni mezzi militari russi in territorio ucraino: intanto la Russia ha accusato il governo di Kiev di bloccare un suo convoglio umanitario al confine

In this photo taken Thursday, Aug. 14, 2014, a Ukrainian soldier walks past self-propelled guns as an army column of military vehicles prepares to roll to a frontline near Illovaisk, Donetsk region, eastern Ukraine. Ukrainian forces have stepped up efforts to dislodge the separatists from their last strongholds in Donetsk and Luhansk and there was more heavy shelling overnight. (AP Photo/Evgeniy Maloletka)
In this photo taken Thursday, Aug. 14, 2014, a Ukrainian soldier walks past self-propelled guns as an army column of military vehicles prepares to roll to a frontline near Illovaisk, Donetsk region, eastern Ukraine. Ukrainian forces have stepped up efforts to dislodge the separatists from their last strongholds in Donetsk and Luhansk and there was more heavy shelling overnight. (AP Photo/Evgeniy Maloletka)

La sera di giovedì 14 agosto due giornalisti britannici – Shaun Walker del Guardian e Roland Oliphant del Telegraph – hanno scritto su Twitter di aver visto dei mezzi militari russi entrare in territorio ucraino, superando il confine a circa 200 chilometri da Donetsk, in Ucraina orientale. Venerdì il presidente ucraino Petro Poroshenko ha detto che alcuni mezzi militari russi si trovavano questa notte in territorio ucraino: in un comunicato sul sito ufficiale della presidenza ucraina, si legge «la maggioranza di questi mezzi sono stati eliminati dall’artiglieria ucraina nella notte». Un paio d’ore dopo la Russia ha negato che sue truppe si trovassero oltre confine. Nel frattempo il Regno Unito ha convocato l’ambasciatore russo a Londra per chiedere spiegazioni sulla presenza di mezzi militari russi in territorio ucraino e l’Unione Europea ha chiesto al governo russo di fermare le ostilità sul confine tra i due paesi.

Walker ha scritto sul Guardian che il convoglio era formato da 23 veicoli per trasporto truppe, supportati da camion per il carburante e altri mezzi con targhe militari russe. Walker e Oliphant si trovavano nei paraggi del confine tra Russia e Ucraina per seguire gli spostamenti del misterioso convoglio umanitario russo che dovrebbe portare aiuti alla popolazione dell’Ucraina orientale colpita dagli scontri tra separatisti filo-russi ed esercito ucraino. Venerdì il ministro degli Esteri russo ha accusato l’Ucraina di cercare di distruggere il convoglio umanitario.

 

 

La testimonianza di Walker e Oliphant è molto importante perché si tratta della prima volta da quando è cominciata la crisi nell’est del paese che un giornalista è testimone dell’entrata di mezzi o soldati russi in territorio ucraino. Il governo ucraino, gli Stati Uniti e l’Europa stanno accusando da mesi la Russia di essere coinvolta direttamente nella guerra che si sta combattendo nelle zone ancora sotto il controllo dei separatisti, ma il presidente Vladimir Putin lo ha sempre negato. Nelle ultime settimane, comunque, sia immagini satellitari fornite dalla NATO sia foto e video postati sui social network hanno fatto sorgere più di un dubbio sulla versione di Putin.

Walker ha descritto così la scena di cui è stato testimone:

«Dopo una sosta sul ciglio della strada fino a sera, il convoglio è entrato in territorio ucraino percorrendo una via sterrata e accidentata, attraverso un varco che si era formato in una recinzione fatta da filo spinato che delimita il confine. Nella penombra erano visibili alcuni uomini armati. Kiev ha perso il controllo della sua parte di confine in quest’area»

Secondo Walker l’entrata del convoglio russo in territorio ucraino non si può considerare un’invasione su larga scala – vista la relativa limitatezza del numero dei mezzi e degli uomini – ma è la prova di quanto va sostenendo da mesi il governo ucraino, cioè che le truppe russe sono attive all’interno dei suoi confini. Venerdì mattina la Russia ha negato che suoi mezzi militari siano entrati in territorio ucraino.

Nel frattempo il convoglio umanitario russo formato da 300 camion militari si è fermato vicino al confine con l’Ucraina, dopo essere partito martedì mattina da una città vicino Mosca. Negli ultimi giorni in molti hanno messo in dubbio che il convoglio fosse effettivamente “umanitario”, e diversi esperti hanno ipotizzato che potrebbe trasportare materiale bellico diretto ai separatisti (alcune cose del convoglio in effetti sono strane: non si è capito che tipo di autorizzazione abbia per entrare in territorio ucraino, quali sono gli accordi con la Croce Rossa Internazionale, perché non è stato fornito un itinerario preciso, per esempio). Ieri alcuni giornalisti occidentali di testate molto importanti – tra cui Andrew Roth del New York Times e Courtney Weaver del Financial Times – hanno ispezionati alcuni camion del convoglio umanitario, con la collaborazione dei russi, e non hanno trovato niente al di fuori di sacchi a pelo, grano saraceno e altri beni di questo tipo. La televisione russa ha mostrato le immagini dei giornalisti occidentali ispezionare i furgoni del convoglio (ma mattina dopo sono cominciate a circolare anche altre foto che mostrano l’interno dei furgoni mezzi vuoti).

Giovedì in Ucraina orientale ci sono stati altri due sviluppi molto importanti nel campo dei separatisti filo-russi: due dei leader ribelli più conosciuti si sono dimessi dai rispettivi incarichi. Il primo è Igor Girkin, ex agente segreto russo conosciuto anche con il nome di battaglia “Strelkov”, che da mesi ricopriva la carica di comandante dei ribelli in Ucraina orientale: Strelkov, ha detto l’agenzia di news dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, è rimasto ferito in battaglia vicino a Torez, nella regione di Donetsk. Sembra che ora ricoprirà un’altra carica. Il secondo è Valeriy Bolotov, un russo cresciuto nella regione di Luhansk, un altro bastione separatista, che si è dimesso da leader della Repubblica Nazionale di Luhansk. Taras Berezovets, analista politico sentito dal giornalista Christopher Miller per Mashable, ha detto che le dimissioni dei leader dei separatisti fanno pensare a un cambio di tattica della Russia in Ucraina orientale, che potrebbe prevedere l’inizio di un conflitto a intensità più bassa ma più diffuso nel territorio.