• Mondo
  • Mercoledì 31 luglio 2013

Come sta la Défense

Il quartiere un tempo ultramoderno di Parigi non è mai diventato un quartiere vero e ci sta ancora provando

di Tiziano Colombi

A picture taken late on July 14, 2013 shows the Eiffel tower in Paris and the business district of La Defense in the background. AFP PHOTO / FRED DUFOUR (Photo credit should read FRED DUFOUR/AFP/Getty Images)
A picture taken late on July 14, 2013 shows the Eiffel tower in Paris and the business district of La Defense in the background. AFP PHOTO / FRED DUFOUR (Photo credit should read FRED DUFOUR/AFP/Getty Images)

La Défense è il più grande quartiere finanziario di tutta Europa. Si trova a ovest di Parigi e la sua costruzione cominciò nel 1958 sotto la presidenza De Gaulle: era stato concepito come la risposta francese ai quartieri di Lower Manhattan a New York e alla City di Londra, per diventare il quartiere degli affari di Parigi. I suoi uffici e centri commerciali presero il posto di fabbriche, fattorie e baracche. Alla Défense hanno la loro sede milecinquecento imprese, quattordici delle prime venti aziende francesi e quindici delle prime cinquanta aziende mondiali. Ma malgrado fosse stato progettato per essere il centro economico della capitale francese – racconta un articolo dello Herald Tribune sulla sua storia e i suoi destini – rimase da subito una porzione di città slegata dal resto del tessuto urbano, raggiunta da un intenso movimento di pendolari e desolata nei fine settimana. I suoi ventimila abitanti, tutti di reddito medio basso, convivono con i circa centocinquantamila lavoratori e impiegati dei vari uffici che tutti i giorni dopo le 17, concluso l’orario di lavoro, lasciano il quartiere per ritornare alle loro case in zone più ospitali della città.

La Défense prende il nome dalla statua “La Difesa di Parigi” che venne costruita nel 1883 per commemorare i soldati che avevano difeso Parigi durante la guerra franco prussiana. I critici, spiega lo Herald Tribune, lo definiscono uno degli esempi più evidenti di fallimento di progettazione urbana, dove la commistione virtuosa tra affari, imprese commerciali e edilizia residenziale non si è mai realizzato. Chi vive alla Défense è, di fatto, confinato in uno spazio urbano privo di servizi, dove gli spazi per l’interazione sociale sono ridotti al minimo. Mancano i piccoli esercizi commerciali e i luoghi di aggregazione sono assenti. Con i suoi 3 milioni di metri quadri di uffici La Défense rimarrebbe un importante centro d’affari, ma la crisi economica sembra mettere a rischio anche questa vocazione.

Dopo la rapida crescita negli anni Sessanta, durante i quali furono costruiti i grattacieli di prima generazione, primo fra tutti quello della compagnia petrolifere Esso, arrivò la crisi del 1973. La congiuntura economica negativa mostrò come l’idea di un quartiere composto per la maggioranza da edifici commerciali e da imprese internazionali, la cui integrazione con le zone residenziali non era mai stata completata, portasse con sé evidenti rischi di degrado. Nonostante questo la costruzione dei grattacieli continuò: tra il 1972 e il 1974 fu costruito tra l’altro il grattacielo della Fiat, seguito nel 1980 dal più grande centro commerciale d’Europa dell’epoca e da una serie di alberghi e strutture ricettive per turisti e uomini d’affari.

La seconda grande crisi vissuta dalla Défense arrivò nel 1993, altro periodo negativo per l’economia europea. La AWP, la società incaricata oggi di riprogettare l’assetto urbano del quartiere, riconosce che il concetto che sta dietro alla Défense è obsoleto e manca del tutto il concetto di ospitalità. Anche l’inserimento nell’arredo urbano di alcune importanti opere d’arte contemporanea, tra cui alcune sculture di Joan Mirò, non hanno migliorato la situazione, pur avendo attirato verso il quartiere i turisti, incuriositi anche dalle architetture avveniristiche del luogo e dai sui edifici,  il più famoso dei quali è Le Grand Arche progettato nel 1983 dall’architetto danese Johan Otto Von Spreckelsen e inaugurato dal presidente Francois Mitterrand il 14 luglio 1989 in occasione del 15° incontro dei capi di stato dei Paesi industrializzati organizzato durante le celebrazioni del bicentenario della Rivoluzione Francese.

Ci sono anche nuovi progetti, come il nuovo complesso dell’Hermitage Plaza, un progetto caratterizzato da una coppia di torri sulla sponda occidentale della Senna e progettato dall’architetto britannico Norman Foster. I dati sulle richieste di uffici, però, continuano a essere negativi, i locali sfitti continuano a crescere, e il progetto di creare una Manhattan in stile francese non sembra prendere corpo. Gli esperti sostengono sia una questione di tempismo: i lunghi tempi che sono passati tra la progettazione e la realizzazione degli edifici, snaturano e rendono obsoleto il progetto iniziale. Il mondo va troppo veloce, e le idee, anche quelle buone invecchiano in fretta. Société Générale, che ha ventimila mila dipendenti nella sua sede centrale alla Défense, prevede di trasferire diverse migliaia di persone alla periferia orientale di Parigi Fontenay-sous-Bois, dove si sta costruendo un nuovo campus aziendale. Il tasso di uffici vacanti alla Défense è oggi del 7,5 per cento, rispetto al 3,3 per cento nel secondo trimestre del 2008. A Parigi ci sono nuovi quartieri d’affari, più competitivi. Le imprese sono attirate da prezzi più convenienti. Un esempio sono le aree a nord lungo la Senna e il cosiddetto bordo interno di Parigi, che comprende il distretto di Saint-Denis, dove ha sede lo Stade de France, lo stadio polifunzionale più grande di Francia.

(FRED DUFOUR/AFP/Getty Images)