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  • Domenica 21 ottobre 2012

I giornali brasiliani lasciano Google News

La più grande associazione di periodici del paese ha proibito a Google di utilizzare i contenuti dei giornali sul suo servizio di notizie

L’associazione nazionale dei periodici brasiliani (Associação Nacional de Jornais, ANJ) ha dichiarato che tutti i suoi 154 giornali associati hanno seguito le sue indicazioni vietando a Google di indicizzare il loro materiale nel servizio di Google News. Da ora in poi sarà possibile cercare i giornali online e le loro notizie su Google, ma ricercando quei contenuti su Google News non si otterrà alcuna risultato.

La motivazione di questa scelta, ha spiegato la ANJ, è che Google non paga i contenuti che utilizza e devia traffico dalle pagine internet dei periodici. Google ha risposto che il suo servizio aumenta il numero dei lettori e che quindi non ha intenzione di pagare i contenuti degli editori. I rapporti che si sono interrotti negli ultimi giorni erano cominciati nel 2010, quando la ANJ – che rappresenta quasi il 90% dei giornali circolanti in Brasile – aveva dato il permesso a Google di utilizzare nel suo servizio Google News la prima riga di ogni articolo.

Secondo la ANJ, dopo due anni l’aumento di traffico non è stato abbastanza alto. Così ha richiesto a Google di pagare i contenuti che utilizzava, affermando che Google News è come una homepage di un sito internet di notizie, soltanto che sfrutta contenuti prodotti da altri. La risposta di un portavoce di Google è stata: «è un’idea assurda come quella di un ristorante che chieda dei soldi a un tassista per ogni turista che gli porta».

Nonostante i lettori online dei giornali brasiliani siano diminuiti da quando la ANJ ha abbandonato Google News, secondo l’associazione è questione di poco tempo prima che tornino. Secondo Carlos Fernando Lindenberg Neto, presidente della ANJ, il problema infatti era che «dando la possibilità di leggere le prime righe delle nostre notizie sul suo sito, Google News riduceva le possibilità che la gente leggesse l’intera storia sui nostri siti». Un portavoce di Google ha risposto a questa critica dicendo che «se il lettore è soddisfatto della minuscola anteprima che gli diamo noi, allora vuol dire che quella storia non l’ha interessato molto».

Foto: JOHN MACDOUGALL/AFP/Getty Images