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  • Lunedì 23 gennaio 2012

I politici kenioti accusati di crimini contro l’umanità

Chi sono Uhuru Kenyatta e William Ruto, i due sfidanti alle elezioni presidenziali in Kenya che oggi sono stati incriminati dal Tribunale dell'Aia

(AP Photo/Ben Curtis, File)
(AP Photo/Ben Curtis, File)

Il Tribunale Penale Internazionale dell’Aia ha incriminato formalmente quattro importanti politici e giornalisti keniani per crimini contro l’umanità. Le violenze risalirebbero ai disordini scaturiti nel Paese dopo le elezioni presidenziali del 2007. Tra gli accusati ci sono Uhuru Kenyatta, attuale ministro delle Finanze, e William Ruto, ex ministro dell’Istruzione. La decisione è molto importante per due motivi. In primo luogo perché le violenze legate alle elezioni del 2007 in Kenya non sono mai state punite sino a oggi. In secondo luogo perché sia Kenyatta e Ruto sono candidati alle elezioni presidenziali dell’anno prossimo e, nonostante le gravi accuse giunte dal Tribunale internazionale, hanno deciso per il momento di non ritirare la propria candidatura.

Kenyatta e Ruto sono accusati di aver ordinato gli stupri e l’uccisione di persone appartenenti agli opposti schieramenti politici. Il primo, figlio del primo presidente del paese Jomo Kenyatta e fedele all’attuale presidente Mwai Kibaki, avrebbe ordinato l’esecuzione di decine di sostenitori di Raila Odinga, l’attuale primo ministro e nel 2007 avversario di Kibaki alle elezioni presidenziali del Kenya. Ruto, da par suo, avrebbe fatto lo stesso con i sostenitori di Kibaki.

Le elezioni presidenziali del 2007, secondo i dati ufficiali, sono state vinte da Kibaki con uno scarto di 230mila voti. Subito dopo quel voto Odinga ha sostenuto che le elezioni erano state falsate da brogli, come poi hanno confermato diversi osservatori internazionali. Le proteste si sono dunque trasformate in disordini e poi in una vera e propria battaglia tra le due fazioni. Nelle violenze successive alle elezioni del 2007, in Kenya, sono morte circa 1.200 persone, mentre gli sfollati sono stati circa 600mila.

foto: AP/Ben Curtis, File