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  • Mercoledì 21 dicembre 2011

Tutte le manie di Kim Jong-Il

La passione per il cognac e i film di James Bond, l'incredibile talento per il bowling (ehm) e il disgusto per gli uomini coi capelli lunghi, tra le altre

South Korean President Roh Moo-hyun, left, toasts with North Korean leader Kim Jong Il at a farewell lunch in Pyongyang, North Korea, Thursday, Oct. 4, 2007. The leaders of North and South Korea signed a wide-ranging reconciliation pact Thursday pledging to finally seek a peace treaty to replace the 54-year-old cease-fire that ended the Korean War. (AP Photo/ Korea Pool via Yonhap) **KOREA OUT**

South Korean President Roh Moo-hyun, left, toasts with North Korean leader Kim Jong Il at a farewell lunch in Pyongyang, North Korea, Thursday, Oct. 4, 2007. The leaders of North and South Korea signed a wide-ranging reconciliation pact Thursday pledging to finally seek a peace treaty to replace the 54-year-old cease-fire that ended the Korean War. (AP Photo/ Korea Pool via Yonhap) **KOREA OUT**

Il dittatore nordcoreano Kim Jong-Il, morto lunedì, era conosciuto in tutto il mondo non solo per la durezza del suo regime ma anche per il suo carattere bizzarro, le sue strane manie, e il suo abbigliamento di scarpe con le zeppe e capelli cotonati. Joshua Keating ha raccolto le sue principali fissazioni e le ha raccontate su Foreign Policy.

Un vero cinefilo
Kim Jong-Il possedeva una collezione di oltre 20mila videocassette e ha scritto parecchi libri sulla teoria del cinema. Sembra che tra i suoi film preferiti ci fossero quelli di James Bond. “Vista la sua predilezione per i rifugi sotterranei e le tute grigie”, scrive Keating, “viene da chiedersi se il suo eroe non fosse Ernst Stavro Blofeld”, cioè il peggior nemico di Bond, sempre inquadrato dalla vita in giù mentre accarezza un gatto bianco. Nel 1978 Kim arrivò al punto di fare rapire il famoso regista sud-coreano Shin Sang-ok e sua moglie, un’attrice, per costringerlo a girare alcuni film tra cui Pulgasari, che racconta una storia simile a quella di Godzilla. Nel 1986, mentre si trovavano alla presentazione del film a Vienna, Shin e la moglie e riuscirono a scappare e ottenere l’asilo negli Stati Uniti. Kim non condivideva la sua passione per il cinema con i nordcoreani e aveva proibito i DVD stranieri. Pur di impedirne la visione, la polizia tagliava l’elettricità a blocchi di condomini per sequestrare i DVD rimasti incastrati nei lettori. Quest’anno la tv nordcoreana ha trasmesso per la prima volta un film occidentale, Sognando Beckham.

Uno sportivo fenomenale
Kim Jong-Il andava matto per il basket, passione che ha trasmesso anche al suo terzo figlio ed erede Kim Jong-Un. Possedeva una videoteca con tutti i filmati delle partite giocate da Michael Jordan e nel 1990, durante un raro periodo di avvicinamento con gli Stati Uniti, il segretario di Stato americano Madeleine Albright gli regalò una palla con l’autografo di Jordan.

(Chi è il successore di Kim Jong-Il)

In alcuni sport Kim era un fenomeno, almeno così scriveva la stampa nordcoreana. La prima volta che Kim giocò a bowling, per esempio, fece 300 punti facendo 12 strike consecutivi. Come racconta il New York Times, la sua passione per lo sport – contrariamente a quella per il cinema – ricade sui nordcoreani, che sono tenuti ottenere a notevoli prestazioni durante le competizioni internazionali. Moon Ki-nam, un allenatore di calcio scappato nel 2004, raccontò all’Associated Press che i giocatori venivano ricompensati con grandi appartamenti se vincevano ma che quando perdevano rischiavano di venire spediti nei campi di lavoro. Dopo l’eliminazione della Corea del Nord ai Mondiali di calcio nel 2010 – avvenuta al primo turno – i giocatori e l’allenatore vennero piazzati su un palco davanti al ministero della Cultura a Pyongyang e sottoposti a sei ore di pubblica umiliazione davanti a oltre 400 funzionari, studenti e giornalisti.

Un buongustaio
Mentre il suo popolo moriva di fame, letteralmente, o campava solo grazie agli aiuti internazionali, Kim Jong-Il inviava corrieri in tutto il mondo a procurargli bacon danese, caviale iraniano e manghi thailandesi. Era decisamente un buongustaio e si racconta che pretendeva di mangiare il suo sashimi ricavato da pesce ancora vivo e che il suo riso venisse cotto solo su legno di alberi del Monte Paektu, considerato sacro. Gli piaceva molto la cucina austriaca e nel 1990 assunse un pizzaiolo italiano perché insegnasse ai suoi cuochi come usare in modo appropriato l’olio d’oliva. Aveva anche un certo gusto per il cognac: gli piaceva in particolare quello Hennessy, di cui era il principale acquirente privato, e ogni anno spendeva tra i 650mila e i 720mila dollari per rifornirsene. Negli ultimi anni il governo nordcoreano ha aperto in molte città asiatiche una catena di ristoranti internazionali, il Pyongyang Café.

(Come si vive in Corea del Nord)

Paura di volare
Kim Jong-Il era famoso per la sua paura di volare. Il motivo – raccontava – era un incidente del 1976, quando l’elicottero su cui trovava precipitò lasciandogli una cicatrice sulla fronte. Perciò le rare volte in cui voleva viaggiare si spostava quasi esclusivamente in macchina – le sue preferite erano le Mercedes Benz – e su un treno blindato appositamente costruito per lui. Nel 2001 percorse in treno gli oltre novemila chilometri che separavano Pyongyang da Mosca, un viaggio che durò ben 24 giorni.

(Kim Jong-Il e il suo treno)

Una moda senza precedenti
Kim Jong-Il si vestiva sempre nello stesso modo: una divisa a due pezzi dell’esercito, capelli cotonati, occhiali da sole Ray-Ban e scarpe con le zeppe (sembra arrivassero fino a 15 centimetri). Una volta la stampa nordcoreana scrisse che lo stile del dittatore si era diffuso in tutto il mondo e che era stato lodato persino da uno stilista francese che la considerava «una moda speciale e senza precedenti nella storia». Kim aveva una particolare avversione per gli uomini con i capelli lunghi – che considerava «disgustosi» e «impossibili da distinguere dalle donne» – e per questo lanciò ben due campagne nazionali per vietarli.

Foto: AP Photo/ Korea Pool via Yonhap