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  • Mercoledì 14 settembre 2011

Il caso Murdoch torna a ribollire

La commissione parlamentare britannica vuole interrogare di nuovo James, gli azionisti di News Corp. accusano Rupert, e comincia a muoversi anche il governo australiano

A quasi due mesi di distanza dall’audizione alla Camera dei Comuni di Rebekah Brooks e di James e Rupert Murdoch, finora momento centrale delle indagini, nel Regno Unito continuano a emergere nuovi dettagli sul caso News of the World. I legali di News International, la società editrice del settimanale che era stato chiuso in seguito allo scandalo, hanno detto oggi nel corso di una udienza preliminare che sono stati ritrovati altri documenti inerenti al caso giudiziario e dei quali gli editori non erano a conoscenza.

Nuovo materiale
News Group Newspaper, una controllata di News International, aveva ricevuto nell’estate l’ordine di cercare prove nel proprio sistema di posta elettronica, isolando gli eventuali messaggi in cui si parlava delle segreterie telefoniche spiate dai giornalisti di News of the World. La ricerca, scrivono sul Guardian, è ancora in corso, ma alcuni documenti sono già stati recuperati e secondo i giudici si tratta di materiale rilevante ai fini processuali.

Nuova audizione
Intanto, come spiega Reuters, James Murdoch sarà richiamato per partecipare a una nuova audizione della Camera dei Comuni. Nella sua veste di vice direttore operativo di News International, Murdoch dovrà rispondere a una nuova serie di domande spiegando se fosse o meno a conoscenza del fatto che non fosse solamente “una mela marcia” a News of the World a far spiare le segreterie telefoniche, ottenendo così informazioni riservate da usare negli articoli. La data non è stata ancora decisa, ma il deputato Tom Watson che fa parte della commissione ha detto che è probabile che l’audizione si tenga a novembre, dopo quella di Les Hinton – ex responsabile di News International dimessosi da Dow Jones, l’editore americano del Wall Street Journal, in seguito allo scandalo. Da una email è recentemente emerso che il lavoro di controllo delle segreterie telefoniche interessava più giornalisti di News of the World, a differenza di quanto sostenuto inizialmente da News International. Murdoch continua a sostenere di non essere mai venuto a conoscenza di quella email.

Investitori scontenti
Un gruppo di banche e fondi di investimenti negli Stati Uniti con numerosi pacchetti azionari di News Corp ha deciso di avviare un’azione legale contro la società, accusata di cattiva condotta per la gestione tra le altre cose del caso News of the World. La causa è stata depositata in un tribunale del Delaware ed è guidata da Amalgamated Bank, una banca di investimenti che gestisce fondi per 12 miliardi di dollari e detiene un milione di azioni di News Corporation. L’azione legale è contro il consiglio di amministrazione della società compresi Rupert e James Murdoch. La società non è solamente accusata per la vicenda News of the World, ma anche per comportamento lesivo della concorrenza attraverso due sue società controllate che si occupano di pubblicità e di sistemi per la televisione satellitare.

7 luglio
Sheila Henry, la madre di Christian Small, una delle vittime degli attentati del 7 luglio 2005 a Londra, ha deciso di far causa a News of the World dopo aver scoperto che il cellulare del figlio era stato spiato da un investigatore privato per conto del giornale. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, il telefono di Small fu ripetutamente controllato dopo il giorno degli attentati, sottraendo alcuni messaggi vocali in cui la madre cercava di mettersi in contatto con il figlio. Il ragazzo aveva 28 anni e rimase ucciso da una delle esplosioni che si verificarono tra King’s Cross e Russel Square. News of the World scrisse brevemente del ragazzo sembra in una sola edizione del giornale. La vicenda, insieme a quella di Milly Dowler, farà parte dei cinque casi giudiziari principali messi insieme dai magistrati per avviare i processi.

Australia
Il governo australiano ha annunciato che eseguirà una serie di indagini sui mezzi di comunicazione attivi nel paese per verificare che la privacy dei cittadini sia rispettata. La decisione è stata assunta in seguito alla richiesta di numerosi politici, preoccupati dalla massiccia presenza di giornali posseduti e controllati da News Corp. Il 70 per cento dei giornali australiani è in mano alla società di Murdoch. I rapporti tra i giornali del magnate australiano e il primo ministro Julia Gillard sono tesi da diverse settimane, da quando era stata ipotizzata per la prima volta una serie di indagini nel paese. Secondo il leader dell’opposizione, Tony Abbot, non ci sarebbe bisogno di alcuna verifica visto che non si sono mai verificati problemi con le testate di News Corp. paragonabili a quelli accaduti in Gran Bretagna.