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  • Venerdì 29 luglio 2011

La Cina alle prese col microblogging

L'incidente ferroviario della settimana scorsa ha generato 26 milioni di messaggi, costringendo le autorità a indagini più rigorose

BEIJING, CHINA: A man uses his mobile phone for messaging in an underpass in Beijing 20 July 2004. China has 300 million cost-conscious cellphone users, many of whom have taken advantage of the fact that a short text message is charged only 0.1 yuan (one cent). AFP PHOTO/Peter PARKS (Photo credit should read PETER PARKS/AFP/Getty Images)
BEIJING, CHINA: A man uses his mobile phone for messaging in an underpass in Beijing 20 July 2004. China has 300 million cost-conscious cellphone users, many of whom have taken advantage of the fact that a short text message is charged only 0.1 yuan (one cent). AFP PHOTO/Peter PARKS (Photo credit should read PETER PARKS/AFP/Getty Images)

I siti cinesi di microblogging hanno commentato con circa 26 milioni di messaggi il disastro ferroviario di sabato 23 luglio vicino alla città di Wenzhou, nella provincia di Zhejiang. Si tratta di un mezzo di comunicazione difficilmente controllabile dalla censura e in cui possono con più facilità essere pubblicati commenti critici nei confronti delle autorità e diversi rispetto alla versione ufficiale: il New York Times ne spiega il successo e come ha riportato la notizia dell’incidente.

I siti di microblogging simili a Twitter, in Cina, si chiamano weibo. I più diffusi sono due: il primo è Sina Weibo, di proprietà della Sina Holdings Ltd., con circa 140 milioni di utenti e un pubblico generalmente piuttosto istruito e interessato all’attualità; il secondo è il weibo di Tencent, uno dei maggiori portali internet cinesi, che ha 200 milioni di utenti, di solito più giovani e meno interessati alle notizie. Entrambi stanno avendo un crescente successo. I weibo sono simili a Twitter e agli analoghi servizi occidentali: i post hanno un limite di 140 caratteri (che però, trattandosi di ideogrammi, possono dire molte più cose) e possono essere ripresi dagli altri utenti.

La censura governativa non può controllare il flusso enorme e in tempo reale di post che vengono pubblicati sui weibo, anche se i siti hanno molti meccanismi di autoregolazione e di ricerca di parole chiave “sensibili”, e operano già una prima censura dei contenuti. Secondo alcuni analisti, il governo permetterebbe l’espressione più libera attraverso questi siti per mantenere una circoscritta valvola di sfogo al dissenso.

Nel caso dell’incidente ferroviario, su Sina Weibo la notizia è arrivata pochi minuti dopo il fatto, ben prima che se ne occupassero i media ufficiali. I primi messaggi che descrivevano la situazione in toni drammatici, inviati dal luogo del disastro, sono stati ripresi e diffusi anche centinaia di migliaia di volte da altri utenti. Un post, riportato dal New York Times, diceva:

Ho appena visto le notizie sull’incidente ferroviario a Wenzhou, ma mi sento come se non sapessi ancora per niente quello che è successo. Niente è più affidabile, ormai. Mi sembra di non poter credere neanche alle previsioni del tempo. C’è ancora qualcosa di cui ci possiamo fidare?

L’importanza crescente dei siti di microblogging si può vedere anche dal fatto che in alcuni casi il governo deve tener conto della loro influenza, e questo è accaduto anche per il recente incidente ferroviario. Lo scorso weekend, le autorità di Wenzhou hanno ordinato agli avvocati della zona di non accettare cause intentate da familiari delle vittime dell’incidente ferroviario senza il loro permesso. La notizia è circolata sui weibo e ha avuto una grande diffusione, dopo di che le autorità sono state costrette a ritirare l’ordinanza e a chiedere scusa.

Gli operai delle ferrovie avevano velocemente interrato la prima carrozza del treno che ha tamponato violentemente il convoglio fermo sui binari, ma lunedì scorso, dopo che i weibo avevano ampiamente riportato la notizia e iniziavano ad emergere denunce di un insabbiamento delle indagini sulle cause del disastro, la carrozza è stata dissotterrata e inviata a Wenzhou per essere analizzata. Anche il quotidiano governativo in lingua inglese China Daily ha dovuto ammettere che l’operazione è stata fatta “andando incontro alle richieste di molti utilizzatori del web”.

foto: PETER PARKS/AFP/Getty Images