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  • Mercoledì 27 ottobre 2010

Il parlamento francese approva la riforma delle pensioni

Approvata ieri in senato, oggi la contestata riforma sulle pensioni viene votata alla camera

Aggiornamento: la camera ha approvato la riforma con 336 voti a favore e 233 contro.

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La contestata riforma sulle pensioni è stata approvata ieri in senato per 177 voti a 151 e oggi verrà votata alla camera, dove non dovrebbe incontrare difficoltà. Il presidente Nicolas Sarkozy spera che il passaggio della legge metta fine agli scioperi nazionali che nelle ultime settimane hanno immobilizzato il paese.

I sindacati protestano contro l’innalzamento dell’età pensionabile da 60 a 62 anni entro il 2018, e il conseguente passaggio da 65 a 67 anni per ottenere la pensione completa. Ci sono già stati sei giorni di sciopero unitario in due mesi, ma sembra che il vigore delle proteste stia diminuendo. I lavoratori di cinque dei dodici depositi di carburante bloccati dagli scioperanti sono tornati a lavorare, e in parecchi sono ormai stanchi di manifestare.

Un lavoratore del deposito di Grandpuits, Rodolphe Avicer, ha detto «sono due settimane che siamo in sciopero. All’inizio eravamo qui tutto il tempo, arrivavamo alle 4 di mattina e ce ne andavamo a mezzanotte. Dopo due settimane ti sfinisce».

I sindacati hanno comunque intenzione di continuare a protestare, e il prossimo sciopero nazionale è previsto per il 6 novembre. Anche se la camera oggi dovesse votare a favore, prima della firma del presidente la riforma avrebbe comunque altre difficoltà legislative da fronteggiare. Qualcuno dei sindacati ha ammesso la difficoltà crescente di mantenere unita l’opposizione, ma promette che la protesta troverà «altri modi» per farsi sentire. Bernard Thibault, il presidente del sindacato CGT, ha detto che «non è ancora finita. Qualsiasi cosa succeda prossimamente, i problemi sorti in questi giorni non sono risolti».

Il ministro dell’economia Christine Lagarde ha detto che la situazione è arrivata a un «punto di svolta. È importante che ci si prenda delle responsabilità, e si comprenda che l’economia ha bisogno di funzionare».