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  • Martedì 29 giugno 2010

Tutti i riti di Maradona

La cervellotica e meravigliosa tecnica scaramantica del ct argentino prima di ogni partita

Argentina's Carlos Tevez during the World Cup round of 16 soccer match between Argentina and Mexico at Soccer City in Johannesburg, South Africa, Sunday, June 27, 2010. (AP Photo/Ricardo Mazalan)
Argentina's Carlos Tevez during the World Cup round of 16 soccer match between Argentina and Mexico at Soccer City in Johannesburg, South Africa, Sunday, June 27, 2010. (AP Photo/Ricardo Mazalan)

Possiamo dirlo che, comunque andrà a finire, sappiamo già che questo mondiale sarà ricordato (anche) come il mondiale di Maradona? In realtà lo abbiamo già detto.

Poi c’è Maradona, un Maradona impomatato e bellissimo, di una tamarraggine tenera e commovente, lontana dagli eccessi sboccati di qualche anno fa. Si agita, salta, urla, bacia, abbraccia, gioca, scherza. Uno se lo immagina con il vestito del matrimonio e la Coppa in mano, portato in trionfo dai calciatori: come si fa a non tifare per lui?

A tutto questo va aggiunto un altro tassello. La storia dei riti scaramantici nello sport in generale e nel calcio in particolare è sterminata, anzi: forse ha persino rotto le scatole. Ma anche per questo il racconto dei riti di Maradona è fenomenale: non si parla del vestito (sempre lo stesso), del rosario o del segno della croce. Si parla di un intero codice di comportamento, talmente cervellotico e complesso che fa tutto il giro e diventa irresistibile.

Andiamo con ordine. Il rituale è sempre lo stesso, e la sua genesi è semplice: bisogna ripetere tutte le cose successe prima dell’inizio della partita giocata contro la Nigeria, prima partita – e prima vittoria – dell’Argentina a questi mondiali. Innanzitutto Maradona fa un salto sul terreno di gioco, salutando i tifosi e controllando le condizioni del campo di gioco. Poi il ct argentino fa una foto con uno dei suoi collaboratori, ogni volta uno diverso: nel caso della gara contro il Messico è toccato all’allenatore dei portieri. Qualche minuto ed è tempo di fare un’intervista con la tv argentina, sempre con gli stessi due giornalisti: Fernando Niembro e Sebastian Vignolo.

Non è finita. Maradona torna dalle parti dei tifosi dell’Argentina e lancia dei baci verso gli spalti. Ma non in un punto a caso: il ct argentino dirige i suoi baci verso una persona ben precisa, precedentemente identificata. Il compito di scegliere questa persona spetta a Fernando Molina, capo dell’ufficio stampa della nazionale argentina. Qui i tifosi dell’Argentina cominciano con i cori, e tra questi non manca mai un “chi non salta inglese è”, in onore della storica rivalità politica con la Gran Bretagna. Durante i cori, Maradona si avvia verso gli spogliatoi. Prima di infilarsi nel tunnel, però, ultimo rito: un tifoso vicino al tunnel deve mostrargli un giornale del 1986 con la foto dell’Argentina campione del mondo. Maradona prende il giornale in mano, si mostra sorpreso come se fosse la prima volta, sorride e si incammina verso gli spogliatoi. A quel punto si può giocare.