domenica 3 Dicembre 2023

Una pessima settimana nelle grandi testate americane

Il quotidiano statunitense Washington Post ha annunciato possibili licenziamenti se non saranno raggiunte le 240 uscite volontarie. L’amministratrice delegata provvisoria quello nuovo deve ancora prendere servizio) Patty Stonesifer ha comunicato ai dipendenti che «vogliamo che tutti capiscano che abbiamo bisogno di 240 adesioni per contribuire a ripristinare la salute finanziaria del Post . […] Abbiamo preso la decisione, se non riusciamo a raggiungere questo obiettivo, di attuare i licenziamenti in quelle aree in cui abbiamo già identificato che le posizioni non dovranno essere sostituite, in cui il lavoro può essere riassegnato in modo più efficiente o in cui possiamo in altro modo ottenere risparmi sui costi. Questi licenziamenti offriranno benefici significativamente meno generosi rispetto al pacchetto volontario e saranno coerenti con i precedenti pacchetti di licenziamenti del Post ». Dovrebbero essere 120 i dipendenti che al momento hanno accettato di lasciare il giornale: la direttrice Sally Buzbee ha detto che 36 facevano parte della redazione cioè «circa il 30% del nostro obiettivo in tutto il dipartimento News». Questa notizia si inserisce nel contesto dei problemi che il Washington Post sta affrontando da più di un anno: il giornale chiuderà il 2023 con 100 milioni di dollari di perdite.

Licenziamenti sono in corso anche a Vanity Fair , al New Yorker e in altre proprietà da parte dell’editore Condé Nast; e anche al sito di news Vox , – di nuovo – uno dei progetti di giornali online più apprezzati negli Stati Uniti (la cui azienda, Vox Media, si è estesa a comprendere diverse altre testate, compresa la storica rivista New York).

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