domenica 11 Febbraio 2024

Il governo diviso sui bandi e i quotidiani

Un aggiornamento sulle regole per la pubblicazione dei bandi pubblici sui quotidiani, di cui abbiamo parlato la settimana scorsa: una consuetudine nata – e diffusa in molti paesi – per dare conoscenza più larga possibile, e opportunità eque, a iniziative di interesse pubblico, ma diventata discussa e anacronistica in tempi in cui i quotidiani non sono più lo strumento più efficace in questo senso: sia per la loro diminuita diffusione che per la maggiore permanenza delle comunicazioni online. Ma quelle regole sono tuttora vissute dagli editori dei giornali – che lo dicono piuttosto trasparentemente – anche come una forma di finanziamento pubblico a un settore in difficoltà, a prescindere dalla validità corrente del loro fondamento.

Ora quelle regole stanno scadendo e il governo non sembra intenzionato a rinnovarle, perché ci sono richieste dell’Unione Europea e del PNRR – oltre che costi pubblici minori – per un aggiornamento degli strumenti di pubblicità dei bandi attraverso delle piattaforme online. Gli editori dei quotidiani più beneficiati da quei contributi diretti stanno quindi facendo molte pressioni per un ripensamento attraverso qualche tipo di emendamento al decreto “Milleproroghe“. Questa settimana i quotidiani maggiori hanno ospitato anche delle inserzioni della federazione degli editori, e hanno mobilitato appoggi all’interno della maggioranza: il quotidiano Repubblica ha anche dato uno spazio e un’autorevolezza inconsueti al senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che propone un rinvio della questione e una conservazione delle regole e del contributo.

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