domenica 12 Ottobre 2025
Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di agosto 2025. I dati sono la diffusione media giornaliera*. Tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa.
Corriere della Sera 157. 906 (-7%)
Repubblica 78.837 (-14%)
Stampa 53.383 (-1 3 %)
Sole 24 Ore 47. 101 (- 9 %)
Resto del Carlino 44. 242 (-1 1 %)
Messaggero 40. 906 (-10%)
Gazzettino 30. 124 (-8%)
Nazione 28.949 (-14%)
Dolomiten 25.681 (-8%)
Fatto 24.465 (-10 %)
Giornale 23. 686 (-12%)
Messaggero Veneto 22. 648 (- 4 %)
Unione Sarda 20.466 (-1 2 %)
Verità 18. 623 (-1 3 %)
Eco di Bergamo 17. 918 (-11%)
Secolo XIX 17. 648 (- 10 %)
Altri giornali nazionali:
Libero 17.418 (- 9 %)
Manifesto 14.312 (+1 0 %)
Avvenire 13.7 08 (- 3 %)
ItaliaOggi 5.4 15 (+5 %)
(il Foglio e Domani non sono certificati da ADS).
La media dei cali percentuali anno su anno delle prime quindici testate ad agosto è del 10,4%, dato simile a quello degli ultimi mesi e assai più alto che nei precedenti. Rispetto a questo continua quindi ad andare assai meglio – ormai stabilmente da alcuni anni – il Corriere della Sera e poco meglio anche il Sole 24 Ore. Mentre Repubblica è tornata da quattro mesi a perdite assai maggiori della media, ed è di nuovo sotto la metà delle copie del rivale Corriere: nel gruppo GEDI continua ad andare male anche la Stampa: simili dati nel gruppo Monrif per la Nazione, mentre Resto del Carlino e Giorno sono nella media. Intanto il Manifesto continua a fare eccezione, anche se l’eccezionale crescita di questo mese si deve in realtà a un agosto 2024 più debole. Dal mese scorso ha comunque superato Avvenire. Tra oscillazioni contenute nell’ultimo anno, il quotidiano ItaliaOggi cresce questo mese rispetto a un anno fa.
Tra i giornali locali continua a perdere di più il Tirreno di Livorno (-13%), che in soli due anni ha perso il 29% delle copie individuali pagate.
Se guardiamo i soli abbonamenti alle edizioni digitali – che come diciamo sempre dovrebbero essere “la direzione del futuro” – l’ordine delle testate è questo (sono qui esclusi gli abbonamenti venduti a meno del 30% del prezzo ufficiale, che per molte testate raggiungono numeri equivalenti o persino maggiori: il Corriere ne dichiara più di 40mila, il Sole 24 Ore più di 32mila, il Fatto quasi 29mila, Repubblica più di 16mila). Le percentuali sono la variazione rispetto a un anno fa, e quelle tra parentesi sono invece le variazioni degli abbonamenti superscontati di cui abbiamo detto.
Corriere della Sera 47.529 + 4,3 % (-1 3,8 %)
Sole 24 Ore 21.295 – 3,7 % (- 2,1 %)
Repubblica 18. 082 -1 4,5 % (+ 2,8 %)
Manifesto 8.085 + 1 4,4 % (non offre abbonamenti superscontati)
Stampa 6.607 +4, 5 % (- 12,3 %)
Fatto 6.212 – 3,1 % (+1 1,2 %)
Gazzettino 5.527 – 1,8 % (+ 6 ,5%)
Messaggero 5.301 – 2,9 % (+8,8%)
I dati sono piuttosto discontinui, ma ancora piuttosto deludenti rispetto alle necessità e opportunità di crescita di questa fonte di ricavo: che è invece la più promettente tra le testate internazionali negli ultimi anni. Pur nell’ambito di crescite piccole e lontane dal compensare le perdite di copie cartacee, anche qui va meglio di tutti il Corriere della Sera a cui anche questo mese si aggiunge con un dato positivo solo la Stampa (entrambi però perdono una quota considerevole degli abbonamenti superscontati). C’è poi il caso unico e ammirevole del Manifesto, che rispetto a un anno fa aumenta gli abbonamenti digitali di una misura che rassicurerebbe qualunque testata. Le perdite annuali degli abbonamenti digitali sono compensate in alcuni casi dalle crescite degli abbonamenti molto scontati: il cui valore è impossibile da sintetizzare, data la varietà delle promozioni e degli sconti: ci sono in questo dato abbonamenti pagati anche 150 euro come altri in offerte a pochi euro.
È quindi migliore di altri il dato del Fatto, che da mesi sta facendo crescere i suoi abbonamenti scontati (che non raggiungono i prezzi quasi inesistenti di altri giornali, e un ricavo più sensibile lo generano).
Ricordiamo che si parla qui degli abbonamenti alle copie digitali dei quotidiani, non di quelli – solitamente ancora più economici – ai contenuti dei loro siti web.
(Avvenire, Manifesto, Libero, Dolomiten e ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, i quali costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti)
*Come ogni mese, quelli che selezioniamo e aggreghiamo, tra le varie voci, sono i dati più significativi e più paragonabili, piuttosto che la generica “diffusione” totale: quindi escludiamo i dati sulle copie distribuite gratuitamente, su quelle vendute a un prezzo scontato oltre il 70% e su quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera). Il dato è così meno “dopato” e più indicativo della scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (anche se questi dati possono comunque comprendere le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che ADS non indica come distinte).
Quanto invece al risultato totale della “diffusione”, ricordiamo che è un dato (fornito anche questo dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.
Il totale di questi numeri di diversa natura dà delle cifre complessive di valore più grossolano, e usate soprattutto come promozione presso gli inserzionisti pubblicitari, mostrate nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il sito Prima Comunicazione, e che trovate qui.
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